Spesso non è facile coniugare il senso estetico dell’arredamento a quello primordiale dell’arte. Cercare il filo conduttore che unisce gli ambiti della creatività, facendo attenzione alle forme dinamiche e del colore, della linea e delle materie: si trovano alternanze fra tessuti di rivestimento e superfici pittoriche, si tiene conto del disegno in relazione sui, differenti utilizzi, si considerano i materiali impiegati dagli artisti conformemente agli oggetti esposti. Ben si notano, come gli elementi dell’arte danzano sulle note dell’inventiva, equilibrandosi in funzione alle necessità: talvolta guidate dall’oggetto, talaltra liberamente interpretando l’innato desiderio creativo.
In conformità a tutto questo la mostra inscena, un senso di teatralità diffusa a volte alternando processi figurativi a formali scomposizioni, altre volte restituendo apparati materici con oggetti di recupero, in certi casi presentando forme scultorie, la cui dinamicità dialoga con l’insieme architettonico, in un’ottica di totale autonomia espressiva e guidata da un generale equilibrio estetico dove forme, colori e dimensioni, dialogano sensibilmente tra loro rispettando l’ambiente di fondo.
Su questo s’innesta la riflessione fra due modi d’intendere l’arte: uno primo è quello definito poco sopra primordiale, legato cioè al sorgere delle idee e provocatorio, allusivo alle necessità interiori, un secondo attiene al principio inventivo, finalizzato alla manipolazione materica per giungere a un prodotto di qualche utilità. Entrambe le inclinazioni hanno origine con l’uomo, ne sono elemento distintivo e lo accompagnano nel tempo e nello spazio: padroneggiare gli elementi, portando a sé le parti, terrestri per dominare la materia e giungere al benessere.
Una strada verso il bello, inteso quest’ultimo, come ordine ed equilibrio interiore, in rapporto a fattori esterni.
Lo svolgersi della natura, in senso dialettico e non competitivo, giocare una partita alla pari sapendo che il bello prodotto dall’uomo sarà pur sempre esclusivo appannaggio della sua storia.
Si verifica così un percorso di crescita esistenziale in cui l’arte gioca un ruolo decisivo: l’esercizio, della bellezza porta infatti alla definizione stessa del rapporto con l’intelletto, non potendo esistere il concetto di bello senza vita intelligente.
Tale principio di bellezza, inteso come ordine nel caos, domina i moti cosmici ben prima della comparsa dell’uomo e ne è compartecipe nella creazione. Il generarsi di vita intelligente è infatti possibile da una quantità di fattori,determinatisi nel corso delle ere attraverso stupefacenti meccanismi ma sempre sottoposti alla dominante armonia generale. Come una sinfonia perfettamente scritta, il cosmo è maturato attraverso un processo di lento ordinamento del caos e pur sapendo che al caos tornerà (entropia), oggi vive una dimensione di perfetto equilibrio tra le parti. Ed è in questa era che la vita esiste.
Anna Sciacovelli