In quest’ampio e antico Chiostro, di Gioia del Colle, dedicato a San Domenico, questa sera si svolge la Sesta Rassegna Nazionale di Pittura, dedicata al concittadino e amico “Pasquale Castellaneta”, ideata, programmata, seguita e allestita, dal suo ideatore, dall’instancabile artista, Maestro Umberto Colapinto.
Già Cesare Ripa, nel lontano 1539, indicava la strada per considerare l’arte come. “Ragionamento per Immagini”, puntualizzando molto sul valore magico e isoterico dell’arte, quindi la pittura è lo strumento più idoneo per guardare, oltre la rappresentazione di sé.
Se si potesse dipingere il vento, gli artisti lo farebbero senza timore e senza contaminare il lungo percorso dell’arte.
Sperimentare, per gli artisti non è creare, perché la troppa sperimentazione diventa dissacrazione dell’arte stessa. Molte tele chiedono di essere lette e decifrate, ma dietro ogni singola operazione pittorica, si nasconde o si rivelano una comune propensione e fatalità, verso una domanda che spesso ogni artista si pone.“Essere o non essere me stesso?”chiedendosi spesso quasi un esame personale. “Sono ancora legittimato e in grado di fornire, una prova del mio talento, o sono qui solo a copiare, rifacendo cose già fatte da altri?”.
Il pittore, a mio modesto avviso, gode sempre di una propria autonomia, in parte esterna dalla materia, dai colori, dalla sua stessa mano. Mentre la parola e il suono, sono meno autonomi e più Interiori, il pittore ha sempre un punto di fuga e una resistenza, istintivamente diversa, sia di quella dello scrittore, che del musicista, la quale proprio per averla sperimentata su se stessi si sono lasciati tentare dal terrore della ”morte della propria arte”.
A differenza degli altri artisti il cuore del pittore, anche se si è spento l’estro, non può dire a se stesso che si è spento un rosso vermiglio, un blu cobalto, un verde bandiera, un giallo limone perché, quando questi colori invadono la retina, la sua anima vibra, come corda di violino. Nel muto e silenzioso urto dell’impasto sulla tavolozza dei colori, gli artisti lo guardano con infinito amore, svolgendo il lavoro di preparazione e nello stesso urto di microsfere nascono le sue pluritecniche, che costituiscono terreno oltremodo fertile per soggetti innovativi.
I pittori del resto non perdono mai il loro tempo, ma come un amante prodigo, rigenera la sua integrità, componendo nello spazio limitato di una tela frammenti di ali tarpate, con una piumosità di linguaggio tanto che la parola “si” fa essa stessa figura, il colore diventa essenza di vita.
L’alchimia cromatica dei pittori, raggiunge il diapason, quando i toni si sgretolano, in un tramonto o affogano in un mare di favole che, disancorate dalla realtà, veleggiano, nella stessa preziosità dei colori e dei segni, entrambi armonizzati da toni sfumati, che racchiudono in essi, ogni valore di forma e di spazio. Ancora affettuosamente un sincero grazie, al Maestro Umberto Colapinto, per questa importante Rassegna d’Arte, che oggi compie sei Anni.
Anna Sciacovelli