Oggi, 17 gennaio, festa nazionale del dialetto: un bene prezioso che stiamo imparando a conservare e coltivare, perchè arricchisca il nostro spirito, le nostre radici, la nostra storia, l’identità culturale del popolo di ogni regione e territorio. Auspicabile che lo si possa insegnare anche nelle scuole, non in sostituzione, bensì in arricchimento della lingua italiana e insieme a una lingua straniera, che sono sempre basi del nostro sapere. Mi viene in mente una bella frase antica: un uomo vale tanti uomini quante lingue parla! È vero, conoscere e comprendere altri idiomi è come avere tante chiavi in più, tanti assi nella manica, tante possibilità.
Di tutto questo si è parlato oggi a Bari, stamattina, nella sala Consiliare del Municipio, lo hanno fatto Giusi Cascella, Filippo Melchiorre, Paola Romano e, poi, col piacevole intrattenimento delle loro parole e performances, Vito Signorile, Nicola Pignataro, Dante Marmone, Nico Salatino.
Stasera, presso la prestigiosa sede del Museo Civico di Bari, poesia e canto hanno allietato e celebrato il dialetto barese (e non solo barese), con il coro del maestro Buonvino “ Core me’” e la recitazione di numerosi poeti che si sono alternati al microfono presentati con calore e maestria dal grande Vito Signorile. Vorrei concludere riferendo le belle parole di Vito Signorile, che ha sottolineato la presenza e l’unione feconda di oltre trenta associazioni culturali unitesi in un bell’afflato super partes per offrire a Comune e cittadinanza alcuni frutti del loro impegno, dimostrando così come l’arte, sempre, possa essere linguaggio di civiltà ed evoluzione universale
concetta antonelli