Ha iniziato il suo percorso artistico, illustrando libri di fiabe, regalando magia ai più piccoli, attraverso l’uso sapiente del colore, la fantasia del creare i luoghi, la linea morbida delle figure e l’espressività dei volti.
Maria de Matteis, nasce a Firenze nel 1898, scenografa e costumista, fiorentina doc, ha respirato l’aria della sua città fine alla fine dei suoi giorni, anche se le sue creazioni hanno vestito, per quasi cinquant’anni, star nazionali e internazionali.
Giovane illustratrice di racconti, per bambini, entra nel vivo della sua attività, avvicinandosi al mondo del teatro, diventando assistente di Gino Carlo Sensani, (nato a Siena nel 1888, morto a Roma nel 1947) , pittore, costumista e scenografo, maestro di storia sia del costume, sia dello spettacolo italiano.
Dopo le prime esperienze sartoriali e qualche altro fortunato allestimento, come Alceste di Gluck, per la regia di Guidi Salvini (1936), e anche per il Maggio Musicale Fiorentino, Il deserto Tentato di Alberto Casella (1937), per Maria, arriva l’anno di grazia 1949, quando Luchino Visconti, le chiese di disegnare i costumi per Troilo e Cressida, di William Shakespeare, (scene di Franco Zeffirelli, che muoveva i primi passi accanto al maestro Visconti).
Maria de Matteis s’ispira ai personaggi dei codici miniati medievali, capolavori di perfezione dai colori vivacissimi, quelli che lei predilige, raffinati e decisi.
Nelle scene corali Maria cura i dettagli creando le giuste atmosfere e sentimenti attraverso le variazioni cromatiche, rilevandone sempre la valenza simbolica del colore.
Nell’Avaro di Molière del 1952 messo in scena da Orazio Costa, in Gigì di Colette e Loos (1955, regia di Giorgio De Lullo), in Ifigenia in Tauride, di Euripide, che debutta a Taormina nel 1957, per la regia di Mario Ferrero.
Un vero trionfo, fu l’allestimento al piccolo di Milano della trilogia nella villeggiatura scritta da Carlo Goldoni, con la regia di Giorgio Strehler (per due stagioni consecutive, 1954-1955 e 1955-1956).
Maria de Matteis si accompagna spesso con lo scenografo Mario Chiari, creatore di alberi maestosi che rendono molto affascinanti i fondali della trilogia di Silvio d’Amico, sulla rivista “Tempo” del primo dicembre 1954.
Molto importante, è la conoscenza della storia dell’arte, che permette alla costumista fiorentina di disegnare e tagliare, modelli di abiti rinascimentali, vere opere d’arte, che aderiscono al corpo degli attori.
Sono gli anni, in cui torna il mito della storia dei secoli a. C., alla brava Maria de Matteis è consegnato il nastro d’argento, per i costumi.
La costumista Maria de Matteis, muore a Roma il 9 dicembre del 1988.
Anna Sciacovelli