Cosa si nasconde dietro un virus informatico? All’inizio era solo voglia di fama, uno scherzo dietro cui si nascondevano giovani teenager in vena di creare un po’ di scompiglio nel cyberspazio. Ora invece sembra che gli attacchi informatici siano vere e proprie operazioni professionali organizzate nei minimi dettagli.
I soldi
Alla base di questi attacchi, ci sono i soldi. Non ci si ferma nemmeno davanti alle catastrofi degli ultimi tempi. L’arresto negli ultimi anni degli autori del virus Zotob, ha aiutato gli investigatori a capire le motivazioni che spingono gli hacker a diffondere i virus.
Farid Essebar e Atilla Ekici, i due hacker, avevano creato molti problemi a oltre 100 compagnie mondiali, dalla CNN al Financial Times. E all’epoca dei fatti, se pur la Turchia fosse un avamposto di molti hacker, era la prima volta che si sentiva un attacco simile, provenire dal Marocco.
I due ragazzi, avevano ricavato il virus Zobot dai codici di Mytob, creato proprio in Russia da un hacker. Codici che erano anche alla base di Sasser, il cui autore era stato arrestato e condannato a 21 mesi di carcere con condizionale. I due autori di Zotob non avevano la tecnica per creare un virus ergo non è stato fatto per fama ma per soldi. Lo scopo di Essebar era quello di abbassare i livelli di sicurezza del browser Explorer, constatando che alcune pop up non sarebbero state bloccate. Da li, i pubblicitari, autori delle pop up interessate, avrebbero pagato profumatamente Essebar, detto il Diablo, dal momento che anche se il virus fosse stato eliminato, il flusso di messaggi non richiesti, sarebbe continuato.
Diablo, avrebbe ricevuto compensi in base ai click sulle pop up. Dal momento che Zotob era balzato in vetta alle classifiche dei virus più diffusi, l’affare era notevole.
I virus writer, sono sempre più scaltri tanto che poco dopo è salito agli onori della cyber cronaca, il primo caso di rapimento di dati contenuti su PC, rilasciati dietro pagamento di un riscatto. Insomma, le sfide recenti messe in atto dagli hacker dimostrano che si è andati ben oltre la semplice propaganda aggiungendo astuti soprusi alle già innumerevoli piaghe che affliggono la vita di chi con internet ci lavora o semplicemente si diverte.