Il battesimo dei Vicoli, una storia custodita nelle vecchie pergamene della topografia millenaria barese, sia negli atti pubblici, che in quelli notarili privati, ma tante volte tramandate di bocca in bocca dagli abitanti delle vie, degli archi o delle corti e conservate nella memoria degli anziani.
Il più delle volte, il battesimo dei vicoli, piazze, strade, corti e archi della città vecchia di Bari, risalgono a nomi di personaggi realmente esistiti, forse in quei siti, avevano l’antica dimora più bella e grande di tutte le altre.
Ricordiamo alcune di questi casati, che poi hanno dato il toponimo alle vie: Altini, Amendoni, Angiola, Barone, Bianchi Dottula, Boccapianola, Boemondo, Calò Carducci, Capretti, Casamassimi Colella, Chiurlia, Dottula, Filioli, Fiscardi, Gianlorenzo, Gironda, Lamberti, Macario, Maurelli, Morgese, Moscatelli, Quercia , Rinaldi, Ronchi, Sagges,Tancredi, Vanese, Ventura, Zeuli, Zonelli e tanti altri ancora.
Esempio: Calò Carducci, di Origine Greca “Joannis Kalos” dal significato “Bello”Chiamato anche “Nobilis Vir” Ambasciatore degli imperatori Conmeni e Paleologi.
Sconfitto in battaglia, preso prigioniero fu trasferito nelle Puglie, passato al regno di Napoli nel XII secolo.
Strada “Incuria”, cognome di una nobile e antica famiglia, di origine tedesca, residente in quella strada, il Capostipite, Giorgio Incuria, nato a Norimberga di professione mercante, sposò nel 1532 Laura Beltrame di Napoli dei signori di Mesagne, damigella della corte del Ducato di Bari, che comprendeva i territori di Bari, Modugno, Palo del Colle e Ostuni , dal ( 1506), Acquaviva delle Fonti e Rossano Calabro. I figli, i nipoti e altri discendenti, ebbero parte attiva nella Bari di quei tempi e per alcuni secoli seguenti.
Alcuni degli Incuria, furono anche Sindaci della piazza Nobile: Ludovico nel 1582 e 1621; Nicolò Donato nel 1602; Giorgio nel 1636; Giuseppe nel 1657 e 1666.
Arco della neve, chiamato così per la presenza di un’antica neviera, dove veniva conservava la neve, che durante l’estate serviva agli uffici della Cattedrale, per conservarla bene sino all’estate veniva coperta da un letto di buona paglia, il primo strato di ghiaccio serviva per le bestie, il secondo strato per la chiesa e il terzo per partorienti, per dissetare i neonati e per l’antico ospedale.
Ci sono anche toponimi, di fantasia popolare o di leggende legate a eventi storici come Arco delle Meraviglia, si dice che deriva dal cognome di una delle due famiglie baresi e l’arco unisce due antiche case dirimpettaie. Il si “dice” e il si “vocifera” sono tanti. La leggenda vuole, anche, che l’arco sia stato costruito in una sola notte, perché i due amanti si potessero ’incontrare, tanto da destare “meraviglia” tra i popolani il giorno dopo la sua costruzione . Si dice che una delle due famiglie interessata alla vicenda, aveva il cognome Maraviglia, in realtà qual’ è la verità?.
Anna Sciacovelli