Qualche giorno fa, presso la Libreria Quintiliano in Bari, grazie all’iniziativa della titolare, Marina Leo, abbiamo ricordato Rossella Lovascio, scrittrice, docente e amica, mancata qualche mese fa. Come, giustamente, hanno detto in molti, la nostra città avrebbe dovuto riconoscere molto più ampiamente il suo valore: nata e cresciuta a Bari, è stata docente di lettere negli istituti superiori, ha fatto parte del gruppo di belle intelligenze e di artisti che riuscirono a trasformare una libreria, sensibile e ospitale, la storica Libreria Roma, in fucina di idee e cultura, nella quale colori e parole piovvero, con quelle energie di rinnovamento che l’arte dà superando limiti di tempo e spazio (I giorni e le parole, Progedit, 2009).
Si è occupata di autori del Novecento, profondi i suoi studi su Antonia Pozzi e Milena Milani, ha tenuto per anni presso l’Auser un corso di scrittura creativa, che era un vero e proprio laboratorio in cui sapeva estrarre, da ciascuno dei suoi corsisti, quanto di meglio aveva dentro di sé, umanamente e letterariamente, senza mai escludere nessuno.
Tra le sue opere ricordo La casa dei cento specchi, La stanza segreta di Antonia e Emma, Le storie inquiete di Fleur Jaeggy.
Eros e Thanatos hanno permeato Rossella e la sua vita: Eros nelle energie del dare agli altri, sempre e con tutta se stessa.
Thanatos nel mistero della fine, che l’ha sempre oscuramente affascinata: molti dei suoi approfondimenti e studi sono stati su artisti suicidi, forse proprio perché la preziosità della vita, in tutte le sfumature dell’anima, dell’inconscio, dello spirito e della mente, toccavano profondamente la sua intelligenza non comune e il suo legame con l’esistere.
Ancora grazie Rossella, con tutto il cuore, perché averti incontrata è stato un tratto fondamentale della mia vita.
E oggi piango la donna, la docente, l’amica, l’artista che ho perso.
Concetta Antonelli