Ieri Allison, oggi Rodri. I giocatori – dicono – non ne possono più: si gioca troppo, sono stanchi, il rischio infortunio aumenta e lo spettacolo non ci guadagna. Per cui “non ci resta che scioperare”. E’ un coro che dal basso ha poca voce, ma adesso rimbalza nelle conferenze stampa dei campioni, proprio adesso che parte la Champions più XL della storia.
Per il centrocampista del Manchester City è ora di dire basta. “Penso che siamo vicini allo sciopero, è facile da capire. Se lo chiedi a qualsiasi giocatore, ti dirà la stessa cosa; non è l’opinione di Rodri o altro. È l’opinione generale dei giocatori. E se continua così, arriverà un momento in cui non avremo altra scelta. Non so cosa succederà, ma è qualcosa che ci preoccupa perché siamo noi a soffrire”.
“Tra 40 e 50 è il numero di partite in cui un giocatore può esibirsi al livello più alto. Dopo di che si scende perché è impossibile mantenere il livello fisico. Quest’anno possiamo arrivare a 70, forse 80, non lo so. Dipende da quanto si va avanti nelle competizioni. A mio modesto parere penso che sia troppo. Penso che dobbiamo prenderci cura di noi stessi. Qualcuno deve prendersi cura di noi perché siamo i personaggi principali di questo sport o business o come vuoi chiamarlo. Non tutto è denaro o marketing, è anche la qualità dello spettacolo. Quando non sono stanco rendo meglio e se la gente vuole vedere un calcio migliore, dobbiamo riposare”.
E’ la linea che aveva tenuto Alisson, il portiere del Liverpool, alla vigilia del match di stasera con il Milan: “Nessuno chiede ai giocatori cosa pensano prima di aggiungere più partite, quindi forse la nostra opinione non conta. Ma tutti sanno cosa pensiamo di avere più partite. Siamo stanchi “.
Fonte Agenzia Dire