Una passeggiata nella vecchia città di Bari, a uno slargo, alzando curiosa lo sguardo, noto un balcone con mensole a mascheroni in Largo Maurelli, e un particolare portale in Strada Sagges. A pochi passi l’uno dall’altro mi affascina sia balcone, che le mensole.
Chiedo informazione a un passante, il quale mi consiglia di recarmi ai Vigili Urbani dicendomi: “Loro sanno tutto”, non seguo il suo consiglio e vado avanti. Di ritorno a casa sono indaffarata a ricordarmi dove avevo conservato una vecchia cartina toponomastica di Bari, finalmente la trovo rovinata e sgualcita sotto una pila di libri da inviare come mio dono, alla Biblioteca Comunale di Conversano.
Origini di quella casa, esisteva già nel 1630 è di proprietà di Giuseppe Martinez, esponente di una nobile famiglia originaria di Valenza, giunta a Bari forse nella seconda metà del XVI secolo quando alla morte della regina Bona Sforza, Bari torna sotto il dominio spagnolo.
Nel lontano 1701 Pietro Sagges, originario della Borgogna e regio cassiere della Città di Bari, acquista dai Martinez la dimora che diverrà il simbolo del prestigio sociale e della ricchezza materiale raggiunta dalla famiglia Sagges nel corso del XVIII secolo.
Il palazzo consiste in “sala grande, cinque camere, un camerino scoverto, scale di pietra con ferrate di ferro, piscina di olio, cortiglio e membri superiori et inferiori, con il fornello di sotto, infatti, arredato con mobili di pregio, quadri e pitture murali” com’è ampiamente documentato nella trascrizione nell’inventario dei beni della casa, scritto da un notaio, nella seconda metà del Settecento.
Nel XIX secolo con il declino sociale ed economico della famiglia, inizia la fase del degrado del palazzo. I diversi locali, camere sono vendute e acquistate singolarmente da marinai o bottegai, esponenti di quel ceto sottoposto che resta nella città vecchia dopo la nascita del borgo Murattiano, fuori dalle antiche mura, dove le famiglie più abbienti costruiscono nuove dimore.
A causa del mutamento dell’organizzazione sociale e per effetto delle attività economica basata sul commercio di deposito e transito delle merci, che si sviluppa nel centro antico, i singoli locali di Palazzo Sagges- destino questo, comune ad altri vecchi palazzi dismessi- si trasforma in case magazzino, accrescendo il degrado urbano e aggravando il fenomeno della coabitazione di più nuclei familiari in angustie unità abitative. Nel 1927, infine Giovanni Sagges, ultimo discendente della famiglia vende ciò che resta del fabbricato”ormai cadente del tutto, tanto da abbatterlo e ricostruirlo di sana pianta”.
Anna Sciacovelli