Continua ad aumentare nel mondo e in Italia la quota di spese destinate ai nostri amici animali, che lo scorso anno ha superato i 100 miliardi di dollari. Necessari a comprare non solo cibi speciali, cucce di lusso e collari griffati, ma anche a pagare il pet-sitter.
Oltre cento miliardi di dollari. È questa la somma toccata, a livello mondiale, dalla pet economy, vale a dire il business che ruota intorno agli animali domestici e alle loro esigenze, a cominciare dal cibo e passando per gli aspetti non meno importanti di salute e lifestyle. Per la precisione, alla fine dell’anno scorso la somma spesa ha raggiunto i 103 miliardi di dollari e, secondo le stime, entro il 2021 salirà a 117 miliardi.
Una spesa meritata. I dati sono stati resi noti dal report “Because they’re worth it: pet care global overview” realizzato da Euromonitor International, che innanzitutto fotografa un settore in crescita; il mercato più fertile per la pet economy sono negli Stati Uniti, dove la spesa annua è arrivata a 62,5 miliardi di dollari, con le spese per grooming, walking e pet sitting a rimorchiare l’aumento delle vendite. Ma anche nel resto del mondo gli animali domestici conquistano spazio, e Internet rappresenta un canale importante per la crescita della pet economy.
Internet, canale importante. Infatti, sono in continuo aumento gli e-store dedicati proprio ai prodotti per gli animali domestici, utilizzati sempre più anche in Italia; uno dei più noti è di sicuro Zooplus, attivo ormai da oltre 15 anni, forte di un catalogo con oltre 8mila prodotti di qualità e in grado di inviare spedizioni in oltre 30 Paesi del mondo. E per i clienti, ci sono sempre interessanti possibilità di convenienza grazie ai codici sconto Zooplus visibili sulla pagina di piucodicisconto.com, la piattaforma del risparmio online.
In Italia più pets che persone. Anche in Italia il settore dei “pets” è in costante crescita, sia sul fronte dei numeri che su quello delle spese. Basti pensare che l’ultima conta “ufficiale”, effettuata dall’Eurispes nel Rapporto Italia 2016, rivela che nello Stivale ci sono oltre 60 milioni di animali domestici, un dato che supera l’ultimo relativo a quello della popolazione umana. Per i loro bisogni ed esigenze, poi, noi italiani spendiamo qualcosa come 12 miliardi di euro ogni anno.
La spesa in Italia. In particolare, alcuni analisti hanno calcolato una spesa media annua necessaria agli animali domestici che si aggira sugli 800 euro per un gatto e sui 1.800 euro per un cane, includendo alimenti, visite sanitarie e tolette; in entrambi i casi, la somma è incrementata addirittura del 70 per cento rispetto a solo dieci anni fa. Tuttavia, nessuna spesa per i pets sembra spaventare i loro padroni, che sempre più li considerano veri e propri membri della famiglia.
Qualche eccesso. Tuttavia, questo processo rischia di sfociare anche in eccessi di “cattivo gusto” (e grande costo economico): basta citare accessori come collari griffati e cucce di lusso, o parlare di spa esclusive per cani e gatti, o ancora guardare l’emergere di nuove figure professionali, con i dog–sitter affiancati da cat-sitter e addirittura rabbit-sitter. Un fenomeno commerciale che ha però specifiche radici culturali e sociali.
La giusta compagnia. Le ricerche scientifiche, infatti, confermano come gli animali da compagnia abbiano influenza positiva sulla salute mentale degli esseri umani e in particolare dei bambini (tanto che esiste una specifica branca che studia gli effetti benefici della “pet-therapy”), o più semplicemente siano appunto una presenza confortevole e piacevole in casa anche per single o divorziati. Lasciata da parte la “funzione” originale di guardia della casa o di protezione dall’intrusione di animali indesiderati, infatti, oggi cani, gatti e affini sono delle presenze familiari nelle case, abituati a vivere anche in spazi ridotti (ovviamente, con le dovute eccezioni e precauzioni).
Alessia Baldassarre