Una moda che sta accomunando molti, forse una suggestione visto che nel concreto non si parla di un qualcosa di certo ma, anzi, di un mondo denso di incognite e rischi. Il trading online cresce di giorno in giorno nelle abitudini degli investitori, anche in Italia dove è arrivato un po’ più in ritardo rispetto ad altri paesi, su tuti quelli anglosassoni.
Il 2020 poi, con tutto il suo carico di disagi, ha impresso una svolta ulteriore andando ad incrementare qualsiasi attività si svolga in rete, sul web. E proprio il trading online ha visto i suoi numeri crescere ulteriormente durante il lockdown. Fin qui la parte positiva dell’argomento; perché vi è poi tutto un carici do criticità riferito al trading online che è bene tenere nella giusta considerazione.
Le truffe del trading online
In Italia aumentano le truffe legate al trading online è un dato di fatto, non un’opinione. Una criticità che si sta espandendo a macchia d’olio come la stessa Consob, autorità per la vigilanza sugli intermediari finanziari e soggetto deputato a vigilare in Italia sul trading online, ha rimarcato più volte (http://www.consob.it/web/area-pubblica/occhio-alle-truffe).
Ed è proprio sul sito della Consob che si possono trovare indicazioni sui broker affidabili ed avvisi riferiti invece alle piattaforme di trading online che vengono chiuse periodicamente in quanto non presentano tutti i requisiti di legge per poter operare. Mediamente ogni anno sono circa 400 i siti che vengono chiusi dalla Autorità di Vigilanza.
Quali sono queste criticità e cosa si intende quando si parla di mancanza dei requisiti minimi delle piattaforme di trading online? cerchiamo di capirlo riportando quanto contenuto nel sito www.comefaretradingonline.com.
Come riconoscere le piattaforme a rischio
Come riconoscere le piattaforme a rischio truffa, quelle rischiose per gli investitori? Prima di tutto dalla loro regolamentazione: come detto si può andare sul sito Consob e cercare di capire che l’intermediario in questione abbia o meno licenza. Sullo stesso sito della piattaforma dovrebbe essere riportato poi, nei contatti o in apposite sezioni, lo status con relativi richiami ad eventuali autorizzazioni di enti italiani o esteri.
Una ricerca in rete sul nome del broker (e della società che lo gestisce, quindi del nome di chi sta dietro) può essere di grande utilità dato che si possono trovare informazioni sull’intermediario, capire cosa se ne dice in rete, se magari qualcuno ha già avuto esperienze non propriamente positive.
Piccole accortezze da tenere assolutamente in considerazione prima di iniziare ad investire perché possono realmente salvare la vita del trader alle prime armi, che decide di rivolgersi al web evitando i servizi di intermediazione dei tradizionali soggetti fisici.