In dialetto barese La”Checchevasce”
Uguale Civetta.
Oggi parliamo del Civetta e dei suoi significati attraverso i secoli, i popoli, le culture, le superstizioni e l’esoterismo. Parliamo dei significati e delle simbologie associate alla civetta (Athene noctua), noto rapace notturno, appartenente alla famiglia degli Strigidae. Dopo l’avvoltoio e il corvo, abbiamo anche un altro volatile con la fama controversa, spesso associato a tante situazioni positive quanto a quelle negative. A seguire le orme di questo volatile è come raccontare un nuovo capitolo sul mondo degli animali e dei loro simboli, attraverso le diverse culture, il folcrore, il si dice, e le religioni, a livello mondiale. Il Civetta, simbolo della saggezza, della sapienza ancestrale ma a causa delle sue abitudini notturne, ha assunto nella cultura popolare accezione negative legate all’oscurità e al diavolo. Atena, la dea Greca della sapienza, era rappresentata con la civetta o un gufo appollaiata su una spalla. Per alcune culture, la civetta era un simbolo di negatività e di malasorte: presso gli Egizi si credeva che il verso del Civetta profetizzasse la morte e rappresentava l’oscurità e la notte, il popolo Atzeco, spesso l’associavano al Dio dell’oltretomba, per i Romani invece era simbolo di morte, nella cultura cinese, era associata al dio del tuono, confermato da mio padre essendo stato sia in Cina che in Giappone, mentre in quella giapponese, era considerata portatrice di malattie di fame e di peste. Nei dipinti di Hieronymus Bosch, eccentrico artista olandese, il civetta compare molto di frequente anche se, mai in primo piano, essa ha un’accezione ambigua, sempre legata ai demoni. Lilith, demone femminile, che nella tradizione e nel mito ebraico era considerato, l’originaria sposa di Adamo e che,assieme ad altri due demoni, sedusse gli angeli caduti Azael ( Azazel) e Shemhazal, veniva rappresentata come una civetta. Si dice che nel trattato di demonologia scritto a Parigi nel 1818, il demone Aamon, marchese infernale e servo di Astaroth è raffigurato come un essere antropomorfo con testa di civetta, zampe di lupo coda da serpente. In altre culture si attribuiva alla civetta un significato differente a seconda il periodo del giorno, nel quale faceva la sua comparsa: se questa avveniva di giorno, indicava morte o disgrazie, in arrivo, ma se avveniva di notte era a tutti gli effetti un presagio di buona fortuna.
Durante il periodo medievale la civetta era associata all stregoneria: era credenza diffusa, che le streghe si servissero di questi uccelli (considerati loro demoni, come il gatto,) per realizzare sortilegi. Le streghe pare avessero la capacità di trasformarsi in civette per girare indisturbate durante la notte in cerca di erbe velenose, per spiare le persone, per cacciare animali tra i tanti (topi, rospi e pipistrelli) che servivano loro per realizzare diabolici filtri.
Alcune parti del corpo delle civette, come le zampe, piume, il cuore, le ossa, gli occhi, venivano usate dalle streghe e non solo, come potenti amuleti e talismani. Altri invece ne imbalsamavano l’intero corpo.
Anna Sciacovelli