In attesa di conoscere quali saranno le implicazioni della vittoria di Donald Trump sul conflitto in Medio Oriente, i media italiani (mainstream e non mainstream, tradizionali e digitali) continuano a proporre la contrapposizione di idee tra opinion leader filoisraeliani e difensori della causa palestinese.
Una dialettica che si ripete, sebbene la cultura dominante propenda spesso per favorire l’immagine di Israele baluardo di democrazia, costretto a rivendicare il diritto di esistere e resistere agli attentati dei terroristi di Hamas prima ed Hezbollah poi.
Anche Pacifici attribuisce ad Hamas la responsabilità principale della tragica perdita di vite umane a Gaza, accusandola di utilizzare civili come scudi umani e di lanciare attacchi deliberati contro la popolazione civile israeliana.
In una recente intervista al quotidiano il Tempo, Pacifici aveva aspramente criticato l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI) per aver, a suo dire, “svenduto i valori della resistenza ai terroristi islamici”.
Ha inoltre evidenziato l’ipocrisia di coloro che si indignano per le vittime palestinesi causate da Israele, ma rimangono in silenzio di fronte alle atrocità commesse contro i palestinesi da altri attori regionali. Per Pacifici, “gli attivisti che scendono in piazza chiudono un occhio, e forse di più, quando gli stessi palestinesi vengono massacrati, per esempio, dalle truppe siriane”.
In un’altra occasione, Pacifici ha anche affermato che “Israele non sta occupando Gaza, ma sta proteggendo i cittadini che rischiano la loro vita”.
Dal 7 ottobre 2023 al 18 settembre 2024, il Ministero della Salute di Gaza ha riportato almeno 41.272 palestinesi uccisi e 95.551 feriti.
Resta sullo sfondo una domanda di carattere più generale: in Palestina si sta compiendo un genocidio?Non resta che appellarsi alla madre delle enciclopedie, sperando che sia la semantica a offrire ai lettori una possibile risposta.
COSA DICE LA TRECCANI
Secondo il Dizionario Treccani, il termine genocidio si riferisce a un’azione sistematica e deliberata volta alla distruzione totale o parziale di un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso.
Il termine fu utilizzato per la prima volta dal giurista Raphael Lemkin per designare, in seguito allo sterminio degli Armeni consumato dall’Impero Ottomano nel 1915-16, una situazione nuova e scioccante per l’opinione pubblica; tuttavia, fu solo dopo lo sterminio posto in essere dai nazisti durante la Seconda guerra mondiale e l’istituzione di un tribunale internazionale per punire tali condotte, che la parola iniziò a essere utilizzata nel linguaggio giuridico per indicare un crimine specifico, recepito sia nel diritto internazionale sia nel diritto interno di numerosi paesi.
CONCLUSIONE
Sebbene la Shoah sia uno dei più gravi crimini commessi nella storia dell’umanità, il termine genocidio non è attribuibile solo all’Olocausto e alla morte di oltre sei milioni di ebrei durante il periodo nazista. Lo dimostra (anche) lo sterminio del popolo armeno. E se in Palestina si stesse consumando lo stesso medesimo orrore?
Fonte Agenzia Dire