L’importanza di un supporto e dell’investimento nel campo delle due ruote, trova un esempio di successo e crescita nel team australiano Bridge Lane.
La passione per le due ruote corre lungo i continenti e attraversa città e paesaggi che spesso non hanno alle spalle una tradizione ciclista di lunga data. È il caso dell’Australia Paese che negli ultimi tempi ha mostrato sempre maggiore attenzione e ricettività nei confronti di uno sport come il ciclismo. Diverse le competizioni che si svolgono in terra australiana: dal Santos Tour Down Under, passando per il Race Torquay, il Cadel Evans Great Ocean Road race fino al più famoso Herald Sun Tour.
Quest’ultimo è il torneo più antico come origine, con la prima competizione svoltasi nel 1952 mentre gli altri si sono svolti agli inizi degli anni 2000 e nei periodi successivi. Un discorso simile riguarda anche le varie squadre, con un numero complessivo di team che raggruppa i diversi appassionati in più di trenta associazioni diverse.
Storia di un successo
Tra le squadre più interessanti in ambito maschile, la Mitchelton Scott ha visto negli anni una crescita esponenziale in termini di rilevanza e risultati. L’idea nasce nel 2011, proposta da Shayne Bannan con l’intenzione e la volontà di formare un team di professionisti con cui poter gareggiare e competere nelle maggiori e prestigiose gare del circuito dell’UCI World Tour.
Da un lato l’accordo con una delle più famose aziende produttrici di biciclette come la Scott, dall’altro la partnership successiva con l’azienda italiana Santini che si è occupata della realizzazione della maglia della squadra.
Preparazione, duro allenamento e una campagna acquisti che ha visto diversi campioni mondiali entrare nelle fila della squadra, dal 2012 cominciano a vedersi i primi risultati, con tredici vittorie di tappa nel Giro d’Italia dal 2012 al 2017, sette al Tour de France, undici alla Vuelta spagnola con il successo e la vittoria individuale nel 2018 di Simon Yates.
DPV e Team Bridge Lane
Altri due team interessanti presenti sul territorio sono Drapac–EF p/b Cannondale Holistic Development Team e la squadra Bridge Lane. Il primo è stato fondato nel 2004 e ha iniziato a competere dal 2006 con un gran numero di risultati e successi sul territorio australiano.
Il Bridge Lane invece riceve i suoi natali nel 2015 con licenza UCI Continental che gli permette di gareggiare e competere su circuiti di rilevanza Internazionale.
Tra le sponsorizzazioni più interessanti raccolte negli ultimi tempi arriva anche il marchio Bryton, famoso per i suoi ciclocomputer e un’offerta che spazia da modelli entry level come il Rider 10 di cui potete leggere la recensione, diversificando di volta in volta l’offerta con modelli adatti anche ai professionisti del settore. Un tipico esempio è la proposta Rider 860, dotato di uno schermo a colori Touch e ampiamente compatibile con la maggior parte dei dispositivi di tracciamento e controllo del percorso che sfruttano la tecnologia GPS.
Funzionale e rapida anche l’integrazione con l’app OpenStreetMap e tutta una serie di mappe gestibili anche offline. Dalle stesse dichiarazione di Samuel Wang, CEO di Bryton, è chiara l’intenzione di provare direttamente su pista e con il supporto di veri professionisti l’efficacia e la risposta degli strumenti messi in campo.
Un sistema ideale per supportare al meglio gli atleti e avere un’esperienza tangibile dei benefici che un supporto del genere è in grado di fornire durante un allenamento o la preparazione a una gara.
Il lavoro di Bryton prosegue sul doppio binario dell’hardware e del software, con la recente nuova versione dell’app Bryton Active, pensata per supportare al meglio sportivi di ogni livello, con la creazione di uno storico consultabile dei percorsi, le statistiche più importanti e la possibilità di esportare i dati sensibili anche su Pc e altri dispositivi.
Conclusioni
Il caso delle squadre australiane è solo uno dei tanti esempi di come adeguata preparazione, allenamento e il supporto di un sistema di monitoraggio e lettura delle prestazioni, vadano tutti nella medesima direzione, puntando così a una sinergia dei dati che ha una ricaduta reale sullo studio dei possibili miglioramenti in ambito sportivo. I numeri contano, e tenere traccia dello sviluppo e della situazione in cui gli atleti riescono a rendere al meglio, può indirizzare la preparazione in modo sempre più personalizzato ed efficace.