Non è facile inoltrarsi in un paesaggio desolato, in vallate silenziose, dove colline e montagne celano alla vista, le solitarie case coloniche, dove tra dirupi e collinette coperti di erba e dall’alta vegetazione, riemergono e ritroviamo la realtà di un lavoro molto antico.
All’improvviso emergono le antiche ferriere calabresi, sono state per molti secoli, una delle più importanti industrie del Sud Italia: miniere, fonderie e villaggi minerari erano diffusi un po’dovunque, sia nel reggino che nel territorio di Catanzaro, grazie alla ricchezza del sottosuolo e delle ottime condizioni morfologiche ed idriche, che permettevano una facile trasformazione e lavorazione di minerali e metalli.
L’archeologia industriale, riguarda il passato, la storia ha disconosciuto questo periodo, già da molti anni, un esteso e valido movimento industriale, quella mineraria e siderurgica della Calabria.
Nella grande vallata di Stilaro, ai più sconosciuta, ritroviamo “La culla della primissima industrializzazione del territorio meridionale”.
I primi a sfruttare le risorse minerarie furono le popolazioni indigene, già nell’età del ferro.
I Greci sin nell’Ottavo secolo a.C. ,svilupparono quest’attività, successivamente i romani effettuarono per primi, l’estrazione del rame, con i normanni si hanno le prime notizie su documenti cartacei, Svevi, Aragonesi, Spagnoli, Austriaci, Francesi, Borboni, si sono succeduti nella continua ricerca del ferro.
Le tracce più significative risalgono al periodo della dominazione spagnola e del regno borbonico.
Nelle ferriere di Stilano, si sono lavorati manufatti per uso militare e civile un esempio eclatante, il Vanvitelli, per nostra memoria, ha lasciato i suoi disegni dei tubi come inglobare e far scorrere l’acqua nella Reggia di Caserta, da non dimenticare, che nella sola città di Pazzano (RC) vi fossero ben 25 miniere per l’estrazione del ferro.
Verso la fine dell’1800, nascono le reali ferriere e le officine di Mongiana (VV), la ferriera, si estendeva a perdita d’occhio, coprendo un’ area di oltre 2 Km, era dotata di tre altiforni e di una fabbrica destinata a produrre cannoni, sciabole, ringhiere per balconi, bracieri e mortai, insomma tutto quello, che si poteva realizzare con il ferro, nella fabbrica lavoravano più 1500 persone, tra capomastri e operai.
Sempre nel 18° secolo nasce la fonderia Ferdinandea, voluta da Ferdinando II di Borbone, sorta con l’obiettivo di fabbricare cannoni di grosso calibro.
A Morgiana(VV), resta ancora visibile la grande area, dove sorgeva la fabbrica, ora i ruderi sono coperti da folta vegetazione, nel grande abbandono, ma continuano a resistere nel tempo, questo grande e antico complesso siderurgico, nel territorio Calabrese, a mio avviso dovrebbe essere rivalutato.
Anna Sciacovelli