Un fatto storico, della nostra antica città di Bari. Il nuovo Governatore, serra le fila contro i Turchi, con ordine di servizio del 9 maggio 1685, Don Francesco Monreal Y Elchazaz, appena investito all’alta carica di Governatore della Città di Bari, in sostituzione del precedente preside Don Simonetto Rossi, s’era premurato di richiamare l’attenzione delle dipendenti Università, sulla necessità di ben vigilare contro la possibilità di eventuali scorrerie di fuste piratesche, durante l’imminente stagione estiva. Il primo atto del nuovo governatore fu quello di far rafforzare le mura della città.
Pochi giorni dopo, intanto, il Governo vicereale di Napoli, dotò tutte le comunità marittime pugliesi, di un buon numero di armi da utilizzare nella suddetta eventualità: Il viceré D. Gasparo de Haro, marchese del Carpio, con lettera del successivo 12 maggio, avendo appreso che i soldati del battaglione provinciale erano pressoché sprovvisti di armi.
Questi allora, avvalendosi della prescrizione, con una circolare datata 16 maggio 1685, ordinò ai sindaci e agli eletti dei paesi interessati, di eseguire subito la spartizione, dopo avere accertato quali fossero le effettive mancanze dei reparti: raccomandando naturalmente di farsene rilasciare regolare ricevuta da parte degli assegnatari, onde assicurarsi che, in questa maniera, fosse assicurata, la possibilità di operare nell’interesse del sovrano, istituendo, se nel caso, anche un secondo battaglione.
Nell’affidare la notifica del messaggio a un corriere a cavallo, stabilì pure, la divulgazione del suo contenuto a tutta la popolazione, per mezzo di un bando da affiggere nelle piazze e altri luoghi soliti, fissando la pena di 1.000 ducati a carico di chi avesse osato disobbedire.
Nel corso della stessa giornata, spedì poi un altro dispaccio diretto ai sindaci, agli eletti, e ai cassieri di Bari, per comunicare che, il precedente 28 aprile 1685, il viceré essendo stato informato di una grossa rottura verificatasi nella muraglia della città dalla parte di Santa Scolastica, ne aveva disposto l’immediata riparazione tenendo presente che, frapponendo altri indugi, questa sarebbe venuta a costare molto di più.
Lo stesso preside era venuto a sincerarsene, accertando che tanto il muro, quanto il sovrastante fortino, si trovava in pessime condizioni, essendosene sbrecciata la struttura in due o tre parti con la conseguente caduta di massi.
Ingiunse pertanto ai civici amministratori, di curarne l’immediata riparazione, minacciando di punirli con una pena pecuniaria di 1.000 ducati, Pro capit.
Anna Sciacovelli