Vide la luce a Uskudar nel quartiere orientale di Istambul in Turchia, il giorno 8 gennaio del 1886, si dice a Costantinopoli, è in dubbio anche sulla data della sua nascita. Il padre Diran era stato deputato dell’assemblea nazionale Armena in seno all’impero Ottomano, nel frattempo titolare di una fabbrica rinomata per la produzione di tappeti e merletti.
Dopo la prima formazione presso il collegio Barberini di Uskudar, proseguì gli studi superiori a Londra per l’università scelse di iscriversi alla Sorbona dove ebbe modo di entrare in contatto con il Movimento di Liberazione Nazionale dell’Armenia, stringendo rapporti con intellettuali Armeni, Belgi, Francesi, Italiani Russi e Rumeni.
Nel 1907, costretto dalle cattive condizioni di salute del padre, torna in Turchia, adeguandosi al suo nuovo lavoro di dirigente della fabbrica paterna, associandola all’attività di pubblicista e letterato, riprendendo attivamente anche quella di poeta e dando alle stampe in turco tradotto a Bari nel 1916, con il titolo “I Sogni Crocefissi”, per i tipi della casa Editrice Humanitas di Piero Delfino Pesce.
Era giunto a Bari sin dalla primavera del 1913, a causa della politica contro gli Armeni che caratterizzò gli ultimi anni dell’impero Ottomano, insieme a sua moglie, l’artista Cassanese Maddalena De Cosmis, da lui sposata nella primavera dello stesso anno.
In quest’ambito intrattenne rapporti con le maggiori personalità della cultura italiana, ed europea del tempo frequentando i tanti intellettuali: Franco Casavola, Giuseppe Laterza, Gian Pietro Lucini, Filippo Tommaso Marinetti, Giovanni Verga e tanti altri.
Sin dal 1910 aveva iniziato a impegnarsi anche in sostanza a favore della causa armena, come si faceva a Torino e Milano negli stessi anni. Infatti, grazie all’aiuto dell’intellettuale Armen Yenovk, riuscì a radunare circa un centinaio di profughi armeni, rifugiati nei campi della croce rossa di Rodi e Salonicco, in grado di realizzare tappeti e merletti. Con l’aiuto dell’avvocato e armatore barese Scipione Scorcia ottenne per loro il passaggio gratuito dalla grecia a Bari.
Nel 1927, con la collaborazione del Ministero dei Trasporti e dell’Interno, del Circolo Filologico Barese, della Croce Rossa e soprattutto dell’ANIMI fondò a Bari, lungo l’antica via Capurso, il villaggio “Nor Arax”.
(Nuovo, Arasse) per gli esuli armeni, dove per molti anni stabilì la sua dimora.
Negli anni 40, collaborò con Radio Bari, dove, ebbe modo di incontrare, quasi ogni giorno, il giornalista Luigi Spinelli de Santelena, con il quale strinse una fraterna amicizia, insieme collaborò nella creazione di scrittura poetica e di guida all’ascolto, programmi che erano diffusi per distrarre la popolazione dalla sofferenza della guerra.
Accusato di collaborazionismo con il periodo fascista, subì alterne vicende subito dopo la guerra.
Dal 1951 al 1953, continuò a scoprire nuovi poeti tra i quali Luigi Fallacara, Raffaele Carrieri e tanti altri giovani poeti, che si riunivano presso il “Caffè Sottano” dei coniugi Scaturchio nel cuore di Bari in via Putignani tra i tanti: Michele Pellecchia, Peppino Santoro, Giorgio Potito e il libraio Pasquale Sorrenti.
Nel 1950, con la sua poetica animò dando un nuovo impulso all’Università Popolare locale, in seguito al nuovo matrimonio con la seconda moglie Maria Lucarelli, trasferendosi a Casamassima.
Nel 1960 colpito da ictus, si spegneva nel Policlinico di Bari assistito da pochissimi amici fraterni.
Anna Sciacovelli