La redazione di Since1900 analizza il big match Juventus-Lazio, la finale di Supercoppa Italiana
Domenica 22 dicembre, alle ore 17:45 italiane, la Lazio vincitrice della Coppa Italia e la Juventus detentrice dello Scudetto scenderanno in campo, al King Saud University Stadium (sì, le signore potranno accedere liberamente), per contendersi la Supercoppa Italiana edizione 2019. La Vecchia Signora (quella più nota tra le italiane) oramai all’ennesima volta presente in finale, ha raramente perso questo trofeo. Per inciso, l’unica squadra a contendere in maniera blanda il dominio incontrastato, è stata la Lazio e, destino ha voluto, proprio in Supercoppa e in Coppa Italia. La storia di questa sfida racconta che c’è da divertirsi, eppure le finali sono sempre partite spinose, talvolta un po’ noiose: le squadre temono di sbilanciarsi, le fasi di studio sono lunghe e la paura di giungere sfiniti ai supplementari molto spesso prende il sopravvento nella mente di allenatori e giocatori. Proviamo a fare un’analisi preliminare e del tutto ipotetica della sfida.
Partiamo dai bianconeri. Novità (ma non troppo) in attacco: Gonzalo Higuain è tornato a Torino e la fame di vittoria è tanta, così come è tanta la dipendenza dalle sue giocate nel compartimento offensivo. È prezioso in manovra, segna e fa assist; col tecnico toscano e nel 4-3-3 è nella condizione migliore in cui si possa trovare. A centrocampo, salvo mutazioni, sembra resistere la vecchia guardia, con un rigenerato Pjanic all’impostazione, mentre in difesa la novità De Light sembra non aver ancora raggiunto lo splendore ammirato ad Amsterdam. Ma la vera novità della Juventus sta nell’atteggiamento e nel pressing (almeno per ora, si limita a questo): l’impronta da calcio totale che vuole lasciare Sarri ai suoi si vede nell’aggressività nella metà campo avversaria, nella maggiore propensione al fraseggio e nel numero di cross ridotti (ma non del tutto eliminati, in virtù della pesante presenza di Ronaldo in area), I quali costituivano il fulcro della Juventus allegriana. Quel che manca al momento è la rapidità del palleggio nella propria metà campo, frutto dell’intesa ancora non ottimale tra i reparti (il cambio allenatore e il cambio modulo si digeriscono molto lentamente) e la solidità difensiva su palla inattiva. La Juventus, ampiamente favorita, ha la panchina lunga, proverà senza dubbio a fare la partita, a sfruttare le capacità dei singoli e ad approfittare dei punti deboli della Lazio, a partire dalla catena di sinistra.
Di fronte, dunque, la Lazio di Inzaghi. Molti limiti (per lo più caratteriali e motivazionali), molte distrazioni, panchina corta e gap tecnico con la Juventus anche nell’11 iniziale. Ma gli uomini del tecnico lombardo, eccetto l’infelice notte europea in cui il Celtic ha sbancato l’Olimpico, vengono da una striscia di risultati utili che hanno fruttato un terzo posto diviso col Cagliari. Immobile, il miglior attaccante italiano, è in stato di grazia, così come Correa, Acerbi e Luis Alberto (il miglior assistman del campionato). Il gap con la prima della classe c’è, è folle non ammetterlo, ma, in tutta onestà, non è avvilente e non è la prima finale di questo genere che Inzaghi prepara. La Lazio, più della Juventus, dovrà gestire al meglio le risorse energetiche e i cambi. Lo schieramento iniziale (3-5-2) prevederà molta densità a centrocampo, poiché fondamentale sarà fare buona guardia su Pjanic (fonte del gioco bianconero) e sfruttare al meglio gli inserimenti dei centrocampisti. I movimenti senza palla di Ciro Immobile, attaccante abile a svariate su tutto il fronte offensivo, serviranno a liberare spazi al folgorante Tucu Correa e a cogliere di sorpresa la difesa juventina, non ancora abituata al baricentro alto concepito dal moderno 4-3-3.
Il 22 dicembre non è vicinissimo, nell’arco di un mese possono cambiare umori, prestazioni, posizioni in classifica, stato di forma fisica. Ma soprattutto, valore imponderabile nel calcio, contano gli episodi e anche uno solo può cambiarti la stagione. Fino ad allora, spazio alle previsioni. Ma l’ultima parola spetta al campo.