Abbacinata da un lume, acceso per inganno, troviamo nel nostro cammino il disinganno, che procura per reazione la morte dell’anima.
Dopo l’inganno, il disinganno, non riesce a colmare il vuoto che resta, allora impariamo a leggerci dentro capiamoci. Facciamo capire agli altri il nostro dolore, perché solo facendoci capire e narrando a tutti i nostri amici l’intimo tormento, forse troveremmo la nostra serenità svanita.
Un’ombra sinistra improvvisamente attanaglia il nostro cuore, si spegne il sole della vita, una gelida raffica, smorza l’ultima fiammella della speranza e quello che era per noi un solido valore, diventa fragilissimo vetro che s’infrange al soffio di un vento impetuoso.
La consapevolezza di emozionarsi è una delle tante esperienze umana, soggettiva che rispetto alla disposizione mentale, il dilemma è come gestire il tema dell’emozione individuale.
Questa consapevolezza, è legata all’esperienza dell’individuo, che implica anche la capacità di ripianare una vita vissuta.
Si potrebbe chiamare progetto, ma non avrebbe senso se non si fondasse su una riflessione di antica data.
I diversi aspetti dell’emozione, coinvolgono memorie e fatti personali, processi cognitivi in gran parte a livello inconscio tante altre volte, svolto con sufficiente profondità.
L’emozione è una spirale che coinvolge lo stato d’animo, quindi è una turbativa che travolge e sconvolge totalmente l’ordine della razionalità, annullando la propria personalità a discapito dell’essere umano che diventa una larva in balia delle onde.
L’emozione, che Maria Gabriela Urbani “narra”, nel suo piccolo ma corposo volume di poesia, dal titolo: ”Sono Solo Emozioni” ci fa pensare, con intensità a un passaggio repentino di una storia, che da serena e rosea, diventa più nera della pece e che non trova sbocco diverso, se non con la rottura di tutti i rapporti, con l’altro o con gli altri.
Riporto tre versi dalla poesia: “Falena”
“Una come tante.
Falena nella notte
Ricerca quella luce.”
Pagine di un libro “affrescate”, con luminosi colori, senza i vecchi smalti sbiancati, immagini che intonano una preghiera, dove la figura, si ferma sospesa sul foglio, dove manca il giusto passaporto, per scoprire la paura, di non riuscire a proseguire il proprio tragitto, verso la più vera felicità.
Un processo poetico il suo, quello di trovare mille spiegazioni ad attimi emotivi, la possibilità di scrivere quelle “emozioni interiori” che difficilmente si può esprimere con il corpo.
Anna Sciacovelli