Per i più, è una terra di fugaci passaggi e visite distratte. Eppure, la provincia di Piacenza ha tanto da offrire. Se sei in cerca di un bel weekend romantico, devi sapere che fra castelli, rocche e borghi fortificati, nel Piacentino ce ne sono più di quattrocento. Qualche nome? Il Castello di Gropparello, un luogo che sembra uscito pari pari dai libri delle fiabe, immerso fra i vigneti e i boschi della Val Vezzeno. Il Castello di Vigoleno, un piccolo borgo fortificato, abbarbicato su uno sperone di roccia affacciato sulle colline che guardano verso la provincia di Parma. E cosa dire di Castell’Arquato, inserito nella collezione dei Borghi più Belli d’Italia e meta prediletta dagli inguaribili romantici?
E se oltre a essere romantico, sei pure goloso, ricorda che a Castell’Arquato si bevono buoni vini, come il Monterosso Val d’Arda, un bianco DOC apprezzato in tutto il mondo, e si mangiano ottimi dolci, come la Torta di Vigolo, che “ruba” il nome a una frazione di Castell’Arquato – si tratta di una deliziosa torta di pasta frolla e cioccolato. Qui siamo in Val d’Arda, non certo la più famosa e frequentata delle grandi valli piacentine, ma non per questo meno interessante rispetto alle altre. La più nota delle quattro si chiama Val Trebbia, da risalire un poco per volta fino a Bobbio, piccolo centro di montagna conosciuto per l’Abbazia di San Colombano, il Castello Malaspina Dal Verme e il Ponte Gobbo, simbolo del paese. Lungo la strada che s’insinua nei meandri tortuosi di questa valle, prima della vera montagna, trovi il Castello di Rivalta, altro maniero imponente, tutto da visitare.
Alla tavola di qualunque trattoria tipica, potrai gustare i veri piatti della cucina piacentina. I capolavori di queste terre, oltre ai vini, bianchi e rossi, sono i salumi, coppa, pancetta e salame su tutti. Fra i primi, ti consigliamo gli anolini, una pasta all’uovo ripiena di stracotto di manzo, pane grattugiato, Grana, uova e noce moscata, cotti nel brodo di carne – in Val d’Arda, è diffusa la variante con il ripieno fatto solo di Grana, pangrattato e noce moscata. Fra le paste ripiene, non puoi perderti i tortelli di ricotta, spinaci e Grana, che nel Piacentino, per essere veri tortelli, devono avere la coda, ossia devono essere di forma allungata e non squadrata come li puoi trovare altrove. Meritano una citazione anche i pisarei e fasò, gnocchetti conditi con salsa di pomodoro e fagioli. Nei secondi, primeggiano stracotti, faraona e anatra arrosto, insieme al salame cotto e alla trippa piacentina. E i vini? Il più famoso è il Gutturnio, ottenuto con uve dei vitigni Barbera e Croatina, dal bel colore rosso rubino brillante.
Nel tour nelle terre piacentine non può mancare una visita al capoluogo. Piacenza è città di confine, lambita dalle acque del Po e porta verso la Lombardia. Il salotto buono della città è Piazza Cavalli, abbracciata da palazzi eleganti e animata, ogni mercoledì e sabato, dalle bancarelle del mercato. Fra i capolavori cittadini, meritano una visita il Duomo, in stile romantico ma con volte gotiche, e il Teatro Municipale – la sua facciata somiglia a quella della più celebre Scala di Milano. Piacenza offre un buon numero di musei. Su tutti, i Musei Civici, ospitati nei locali di Palazzo Farnese: l’opera più importante, custodita nella pinacoteca del palazzo, è il Tondo di Sandro Botticelli. Altra perla è l’Ecce Homo di Antonello da Messina, ospitata nella collezione del Collegio Alberoni.
Ancora tanto altro ci sarebbe da scrivere per raccontare una terra che non ha mai finito di stupire chi ha la pazienza di scoprirla a piccoli passi.