A due passi dal palazzo di città, di Bari Attilio Fermo, milanese trapiantato a Bari, allestiva nelle sale della sua Galleria “Art Esecutive Gallery” in Via Piccinni 142/A, una mostra di tutto rispetto, che s’inseriva nell’ambizioso programma, di presentare nella nostra Città, molti artisti quotati italiani.
In una città, come Attilio Fermo, soleva sempre dire: “Bari,una città assopita e sonnolenta all’arte e alla cultura, tutto questo lassismo, dei cittadini è anche colpa degli Amministratori”. Si era nel 1997, il dinamico gallerista voleva vivacizzare questa addormentata città, lontana dalla cultura mille miglia e lontana dalla vivace cultura di Milano.
La galleria, del milanese Attilio Fermo, da anni trapiantato a Bari pullulava di artisti diversi la sottoscritta non mancava quasi mai, ai loro qualitativi momenti coinvolgenti d’incontri, con l’arte e per l’arte, assorbivo come una spugna tutto quello che i pittori e i galleristi dicevano dell’arte, anche i galleristi, che ribadivano spesso, il costo di una mostra eccellente e selettiva era una spesa dura da ammortizzare in poco tempo.
Finalmente nel 1997 approda a Bari il maestro siciliano Saverio Terruso, nato a Monreale nel 1939, formatosi all’Accademia di Belle Arti di Brera e da anni nella stessa insegnava .
La splendida Mostra d’Arte, era pronta, un vero successo, la città finalmente si svegliava dal proprio torpore, per noi baresi fu successo pieno, la galleria visitata da artisti e operatori d’arte, l’affluenza del pubblico e la vendita dei quadri lasciò il segno per quasi un mese nella città di Bari.
Il maestro Terruso, pittore di tutto rispetto, nelle sue opere bastava solo un segmento diverso, un colore altro, per cogliere nel segno scattante e con l’ausilio del colore tipicamente mediterraneo, la sua origine, in tutte le situazioni, alla galleria si era presentato con una trentina di opere, più o meno recenti alcune di grande formato, dove nulla era lasciato al caso, il maestro sempre attento a non dimenticare i colori della sua isola e a coglierne l’essenza tornò a casa con appena dieci opere.
Un successo grandioso e strepitoso per il gallerista Attilio Fermo, che aveva dato una sferzata di vitalità all’apatica e sonnolenta città di Bari.
Dobbiamo tenere presente, che già nel 1963 il pittore Terruso, aveva dato inizio alle diverse attività, la sua crescita personale, andava al galoppo attraverso anche per una serie di mostre collettive e personali, era entrato in contatto con i grandi artisti dell’epoca, tra i tanti Guttuso, Sasso, Fiume.
Dedicò all’arte tutta la sua vita, insegnante a Palermo all’Accademia di Belle Arti, all’Accademia di Carrara, di Milano e Brera, allestì una mostra itinerante in varie città del Messico, rientrato a Milano riprese poi il proprio posto all’Accademia di Brera.
Per circa trent’anni il siciliano trapiantato a Milano, svolse la propria attività sempre nel campo dell’arte, senza dimenticare il grande legame e la passionalità per la propria terra d’origine la Sicilia.
Il maestro Saverio Terruso, pittore autentico di tutto rispetto, non lasciava nulla al caso e se poteva coglieva la giusta occasione per esibirsi, nella sua estrosità tutta mediterranea, sanguigno e sensuale, il quotidiano o il paesaggio era sempre un verso poetico, filtrato attraverso l’occhio del cuore. Di quell’artista, ho un ricordo indelebile, ancor’oggi, a Brera e nella cerchia dei galleristi, viene ricordata, come una persona integerrima e precisa del tempo andato.
Anna Sciacovelli