Natale, perché è il 25 dicembre
Il Natale non è stato celebrato dall’inizio dai cristiani ma solo nel VI secolo ne fu documentata una prima celebrazione nella Chiesa di Santa Maria Maggiore a Roma, il 25 dicembre, attorno alle reliquie della mangiatoia portate da Betlemme e con statue della Vergine, Giuseppe, il bue e l’asino.
Da questo momento, la data del 25 dicembre è fissata come quella della nascita di Gesù.
San Francesco d’Assisi nel 1223 voleva rendere il Natale vivo per i contadini dell’Umbria.
Per fare questo, installa una mangiatoia vivente e vi ospita un bue reale ed un asino, mentre Giuseppe, Maria, i Re Magi ed i pastori venivano rappresentati dai cittadini. Quello di San Francesco D’Assisi fu il primo presepe vivente. Ben presto tale usanza si diffuse in seguito in tutta Italia e in seguito nel sud della Francia.
I presepi con figure vengono installati per la prima volta nelle chiese, intorno al XV secolo, durante il Rinascimento. E nelle case di famiglia, in particolare delle classi benestanti, dal diciottesimo secolo.
Personaggi presepe, nella mangiatoia vi sono quelli più importanti che assistono alla nascita di Gesù Cristo quali Giuseppe, Maria e Gesù, con altri personaggi secondari, ma importanti, come i Re Magi, angeli e pastori e con l’aggiunta di animali, in particolare bue, asino, agnelli e cammelli.
Presepe, stalla o grotta
Alcune mangiatoie sono rappresentate nelle grotte. Questa idea nasce dai primi testi cristiani in cui viene suggerito che la tradizione aveva stabilito un preciso luogo di nascita, ovvero una costruzione in una grotta. Le case sui lati della collina a Betlemme erano all’epoca comuni. Infatti, la basilica della Natività di Betlemme fu costruita nel IV secolo su grotte. Un vangelo del VII secolo combina entrambe le versioni: Maria e Giuseppe si rifugiano prima in una grotta, dove nasce il Bambino, e poi in una stalla, dove lo mettono a letto in una mangiatoia.
Il vero Matteo non menziona né la grotta né la stalla. Invece dice che i Re Magi visitarono Gesù in una casa, ma senza fornire ulteriori dettagli. È la tradizione successiva che aggiungeva e mescolava tutti questi elementi.
Il significato della parola presepe
Vi sono diverse interpretazioni – o meglio diverse date – per quanto riguarda il giorno ultimo di esposizione del presepe. Non esiste una sola tradizione: se la maggior parte infatti smonta il presepe il 6 gennaio, secondo altra tradizione bisognerebbe attendere quasi un mese dopo ovvero il 2 febbraio, il giorno della presentazione di Gesù nel Tempio di Gerusalemme.
Per i cristiani, la mangiatoia è la rappresentazione della nascita di Cristo, Dio fatto uomo, che simboleggia l’incarnazione del Figlio di Dio, che viene a vivere tra gli uomini e a morire per loro. Rappresenta l’amore di Dio per gli uomini, così grande che manda suo Figlio a riscattarli.
Oggi la mangiatoia è sinonimo della culla di Gesù o della scena completa del bambino Dio circondato dai suoi genitori, i Re Magi, i pastori e gli animali in una stalla.
Ma questa parola di origine latina – praesepe o praesepes – in origine designa la scatola in cui è posto il foraggio per nutrire gli animali. La parola è composta dal prefisso prae, che significa “davanti” e saepes, “recinto”.
Dei quattro Vangeli del Nuovo Testamento, solo quello di Luca si riferisce alle circostanze della nascita di Gesù: Maria, dice l’evangelista, mise il figlio in una mangiatoia, nella stalla dove lei e suo marito trascorsero la notte a Betlemme, perché non c’era posto nella locanda.
Mangiatoia e personaggi presepe, da Giuseppe e Maria ai Re Magi, cosa non deve mancare assolutamente in un presepe fedele alla tradizione cristiana.