Si registrano ancora aggressioni negli istituti penitenziari italiani; frutto di una gestione non proprio ottimale del sistema penitenziario. I continui ferimenti, le minacce e le rivolte nelle carceri sono ormai all’ordine del giorno e dovrebbero far riflettere chi di competenza, che da tempo è chiamato a rimediare sulla carenza degli organici e sulla dotazione di strumenti di difesa per gli agenti di Polizia Penitenziaria.
Come ormai noto a tutti, infatti, il Corpo sembra abbandonato a se stesso e, nonostante le continue pressioni delle organizzazioni sindacali, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria non ha ancora adottato i provvedimenti necessari. Con il perdurare dell’emergenza epidemiologica, inoltre, la situazione degli istituti di pena è diventata insostenibile. Solo alcune ore fa, nel carcere di Caltanissetta un assistente capo della Polizia Penitenziaria è stato aggredito da un detenuto durante il controllo di un pacco per il quale era stato contestato l’introduzione di oggetti non consentiti.
Un’altra aggressione si è verificata nel penitenziario di Sulmona, dove due detenuti ubriachi hanno aggredito un vicesovrintendente colpendolo con uno sgabello e procuraondogli una lesione allo zigomo ed una sospetta frattura al polso. Episodi che si verificano frequentemente, anche a causa della grave carenza di personale che ormai si registra su tutti gli istituti di pena italiani.
Ci sono ancora concorsi aperti che hanno subito rallentamenti a causa della pandemia. Si tratta del concorso per l’arruolamento di 754 allievi agenti, sul quale si sta provvedendo alle visite mediche dei ragazzi successivamente convocati a seguito dello scorrimento approvato dal Decreto Rilancio. Tuttavia, ancora molti candidati risultati idonei alle prove preselettive e rimasti fuori dai successivi accertamenti psico-fisici e attitudinali, continuano a richiedere un ampliamento dei posti, al fine di accelerare l’iter assunzionale.
Anche i sindacati son osul piede di guerra e da tempo appoggiano questi ragazzi che, non fanno altro che attendere una risposta esaustiva da parte degli organi competenti.
Ferlita Domenico