Stop ai supereroi e largo agli antieroi
È carnevale, finalmente. E quale migliore occasione per vestire i panni dei personaggi che hanno popolato e continuano a popolare i racconti, i giochi e le avventure di bambini e ragazzi?
Ecco, quindi, che ognuno cerca abiti e accessori per calarsi nella parte ed entrare a pieno ritmo in queste giornate di festa e allegria.
Sembra che, anche quest’anno, nonostante l’imperversare da mesi di supereroi Marvel e DC Comics, come Superman, Spiderman, Avengers, Black Panther e così via, i costumi più indossati saranno ancora quelli dei pirati con le loro sciabole.
D’altro canto, si tratta di un filone, quello dei fuorilegge del mare, che ha da sempre conosciuto un gran successo: nella letteratura, alla televisione e al cinema, pirati da una parte, cowboy e indiani dall’altra, si contendono lo scettro di personaggi più amati; dai bambini, dai ragazzi, ma anche dagli adulti.
Il Far West
A posizionare per molti anni sul gradino più alto del podio i misteriosi personaggi che, solitari a cavallo, giravano in lungo e in largo per il Far West, ci hanno pensato i ruoli interpretati, negli anni Cinquanta e Sessanta, da diversi divi della Hollywood di John Ford: John Wayne, Gary Cooper, Henry Fonda, per non citarne che alcuni.
Poi, sul finire dei Sessanta e per tutti i Settanta e gli Ottanta, sono arrivati gli spaghetti western del nostro Sergio Leone: Clint Eastwood, sopra a tutti, ma anche Charles Bronson, Lee Van Cleef, Gian Maria Volonté, Giuliano Gemma e – perché no? – Terence Hill hanno contribuito a trascinare il mito del cowboy solitario, eroe o antieroe, bello e maledetto; ma, soprattutto, hanno fatto sì che un semplice “vaccaro a cavallo”, ma armato di pistola diventasse un emblema della libertà e della giustizia, poco importa se “fatta in casa” e molto personale. Come dimenticare, poi, gli eroi bonelliani della carta stampata, come Tex, Zagor e tutti gli altri?
E per riprodurre questa immagine alle sfilate di Carnevale sono sufficienti pochi accessori: un cappello “da cow boy”, un cinturone e una pistola a tamburo, magari carica di pallini inoffensivi. I più attenti ai dettagli non potranno, però, fare a meno del pantalone e del gilet o della camicia gialla, in perfetto stile Tex.
La lotta contro l’ingiustizia nel mare
Dalla terra al mare, il passaggio è, stranamente, breve: d’altro canto si ritrovano dei temi comuni: la lotta contro l’ingiustizia; la difesa dei più deboli e degli indifesi contro i soprusi dei più forti; la scelta di chi, di fronte all’incapacità del sistema di mantenere o realizzare una situazione di equità, si vede costretto a farsi giustizia da solo.
Anche per vestire i panni degli eroi del mare, sono sufficienti pochi ma precisi elementi distintivi: benda sugli occhi, sciabola in mano, bandana nera o rossa, camicia bianca e pantaloni e gilet neri.
Largo alle donna pirata
La differenza tra la saga dei cow boy e quella dei pirati moderni la fa, però, il “gentil sesso”.
Vuoi per una questione di rispetto delle quote rosa, vuoi per effetto dell’emancipazione femminile, vuoi perché il pubblico maschile non può fare a meno di vedere belle donne nel film, vuoi, ancora, perché un bello come Johnny Depp deve trovare il suo corrispettivo-donna sul set, fatto sta che la Disney ha portato un’innovazione non da poco nelle vite dei pirati. Se infatti con Salgari le sciabole erano maneggiate con destrezza quasi esclusivamente da rudi uomini, oggi le troviamo saldamente ferme nelle mani di Angelica Teach (la ex di Jack Sparrow, per capirci) o in quelle di Elizabeth Swann, compagna del capitano della Perla Nera.
Insomma, oggi, anche Keira Knightley e Penelope Cruz impugnano le loro sciabole negli abbordaggi tra la Queen Anne’s Revenge di Barbanera e la Perla Nera di Jack Sparrow.
E quindi, a Carnevale, anche le bambine, le ragazze e le loro madri potranno vestirsi da pirata, con tanto di benda nera sull’occhio, uncino in una mano e sciabola nell’altra.
All’arrembaggio!