Sei hai una buona idea o un’attività extra che vuoi mettere in pratica, forse ancora non sai che è possibile aprire la partita IVA da lavoratore dipendente. Si tratta di una buona opportunità per chi vuole arrotondare il suo stipendio o addirittura iniziare a lanciare una nuova professione in proprio prima di dare le dimissioni. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Tanti motivi per aprire la partita IVA come dipendente
Se pensi che il tuo stipendio non basti o se semplicemente vuoi tentare una strada come libero professionista, la buona notizia è che puoi conciliare entrambe le cose. Ci sono molti motivi per valutare l’apertura della partita IVA anche se si ha già un lavoro:
- per arrotondare lo stipendio
- per migliorare il tuo tenore di vita
- per preparare la strada a un cambiamento professionale
- per realizzare un’idea che coltivi da tempo
Come fare, passo dopo passo
Ora che sai di poter portare avanti una seconda professionalità, oltre al tuo lavoro “principale”, è il momento giusto per scoprire come funziona. Se vuoi aprire la tua partita IVA devi prima di tutto presentare richiesta all’Agenzia delle Entrate, che ti fornirà un codice di 11 cifre utile che identificherà la tua attività. Nonostante sia una procedura semplice, affidati a un commercialista capace che sappia contestualmente consigliarti il regime fiscale migliore.
La soluzione ideale potrebbe essere data dal regime forfettario, chiamato anche Flat Tax. Si tratta di un regime agevolato che risulta ideale soprattutto per chi non supera il tetto massimo di fatturato di 65.000 euro. In caso di sforamento, si passa poi al regime ordinario che prevede l’applicazione dell’IVA in fattura e delle altre imposte.
Introdotto inizialmente solo per gli under 35, che disponevano di pochi mezzi per debuttare nel mondo del lavoro, oggi è aperto a tutti e senza limiti di tempo. In particolare, è ideale per chi apre la partita IVA ed è già lavoratore dipendente. L’importante è non superare la soglia massima, al di sopra della quale si perdono i grandi benefici di questo regime.
Per quanto riguarda la tassazione del regime forfettario, si tratta dell’imposta unica del 5% per i primi 5 anni, nel caso di start-up o nuove attività, e del 15% dal sesto anno in poi. Per calcolare la quota di tasse dovute basta moltiplicare l’aliquota al prodotto tra fatturato annuo e coefficiente di redditività, che è collegato al codice ATECO assegnato al momento di apertura della partita IVA.
Se decidi di aprire la partita IVA con regime forfettario, ti ricordiamo anche che non è obbligatoria la fattura elettronica, introdotta dal gennaio 2019 per tutte le imprese e le partite IVA normali. In questo modo risparmi sul canone da pagare per i programmi creati appositamente per gestire al meglio la fatturazione elettronica. Tra le altre cose importanti da sapere, non dimenticare di apporre il bollo sulle fatture, se di importo superiore a 77,47 euro. Inoltre, tra gli altri vantaggi c’è anche l’assenza dell’IVA in fattura.
Quando si deve abbandonare il regime agevolato?
Con la Legge di Bilancio 2020 del dicembre 2019 sono state introdotte due rilevanti modifiche al regime forfettario che riguardano proprio i lavoratori dipendenti. Non è più possibile scegliere il regime nel caso in cui nell’anno precedente siano stati spesi più di 20.000 euro per dipendenti e/o collaboratori e se nell’anno precedente sono stati percepiti redditi di lavoro dipendente e assimilati maggiori ai 30.000. In questo caso si dovrà optare per la partita IVA ordinaria.
E i contributi previdenziali?
In qualità di dipendente, l’impresa per cui lavori provvede già a pagare i tuoi contributi previdenziali. Se decidi di aprire la partita IVA, però, devi provvedere anche all’iscrizione alla Gestione Separata INPS e al pagamento dei contributi come libero professionista.
Conclusioni
Se hai già un lavoro fisso, ma vuoi metterti in proprio, è importante approfondire tutti i dettagli e le spese necessarie da sostenere, per evitare di commettere errori madornali. Ecco perché è bene scegliere di affidarsi a commercialisti aggiornati su questo tipo di argomenti fiscali, che subiscono cambiamenti continui.
Per decidere cosa sia meglio fare, confronta i servizi e le tariffe e trova il tuo commercialista di fiducia, che provvederà non solo all’apertura della tua partita IVA come dipendente, ma anche a tutte le altre consulenze necessarie.
Per ulteriori informazioni ti invitiamo a consultare la seguente pagina web: https://www.serviziocontabileitaliano.it/apertura-partita-iva-e-lavoro-dipendente-o-pensione.html