Le sopracciglia rappresentano una zona del viso estremamente importante in quanto in grado di conferire espressività allo sguardo. Ecco perché sono molte le donne che decidono di fare ricorso al microblading per ovviare a problematiche di natura estetica di qualsiasi genere.
Si parla in particolare di scarso volume, cicatrici, mancanza di peli, allergia ai cosmetici tradizionali: tutte problematiche che non possono essere risolte con il make up tradizionale adottando allo scopo matite e mascara.
Il trucco ordinario spesso si rivela essere un palliativo per problematiche e difetti di questo genere e richiede inoltre molta cura con diverse ore da spendere davanti ad uno specchio ogni giorno. La risposta più concreta sembra arrivare proprio dal microblading: cerchiamo di capire di cosa si tratta e quali sono i vantaggi.
Cos’è il microblading
Secondo quanto riportato dal sito www.microbleding.com, con il termine microblading si fa riferimento ad una tecnica che è una sorta di evoluzione del tatuaggio per sopracciglia e che prevede la pigmentazione dell’epidermide.
Per poterla eseguire si utilizza una penna estremamente sottile, dotata di una punta simile ad una piccola lama, composta da sottilissimi aghi cui è delegato il compito di dare vita a fori microscopici a livello dell’epidermide, attraverso i quali diventa possibile introdurre i pigmenti colorati. L’intento del microblading è quello di tracciare i singoli peli mancanti e conferire il necessario volume, la forma e il colore al sopracciglio. Prima di eseguire l’intervento si effettua un disegno di prova, proprio per far capire alla persona interessata quale potrà essere il risultato finale. Si passa poi ad idratare la pelle per facilitare al massimo l’operazione.
I vantaggi del microblading
Il vantaggio più evidente del microblading è di garantire un risultato naturale e non artefatto, contribuendo a rendere il viso più armonioso e proporzionato. A consentirlo è la regolarizzazione della forma delle arcate sopraccigliari, che vengono rese più simmetriche dalla scelta selettiva della zona in cui mancano i peli. Regolarizzazione resa possibile proprio dalle ridotte dimensioni degli aghi impiegati.
Il trattamento è non solo innovativo, ma meno invasivo e doloroso rispetto al tatuaggio sopracciliare, in quanto i pigmenti colorati sono inseriti nell’epidermide, senza interessare il derma.
Ulteriore vantaggio, quello rappresentato dalla durata del trattamento: il risultato ottenuto è in grado di mantenersi inalterato per circa un paio di anni, per andare poi a sbiadire in maniera graduale ed omogenea senza che venga alterata la colorazione dei pigmenti.
Un vantaggio soprattutto nei confronti dei tatuaggi, che con il passare del tempo iniziano a virare verso il blu, il verde od il rosso, dando così luogo ad un effetto innaturale che può risultare fastidioso.
Per ottenere un risultato di livello è necessario rivolgersi a specialisti comprovati evitando in particolare chi non può esibire le necessarie credenziali.