Mancavano solo pochi giorni per la novena di Natale, in casa mancava tutto, il padre di Filippo, era stato licenziato da circa due mesi aveva implorato il capomastro di tenerlo ancora per due mesi. Diceva sempre sino a Natale.
Poi con l’anno nuovo, avrebbe trovato un altro lavoro, avrebbe tentato anche la strada dell’operaio o del contadino, visto e considerato che aveva consumato un paio di scarpe nuove per percorrere tutte le strade della città, nella speranza di trovare un nuovo e utile lavoro, inutilmente.
Un giorno, aveva seguito un cane, nella speranza che lo portasse verso una casa signorile, dove chiedere un posto per sé, ma fu un cammino inutile, decise allora di lasciar perdere queste fantasie e pensare con certezza ad un futuro migliore, il cane si era fermato a rubare un osso dalla ciotola di un molosso, che al solo vederlo faceva paura. Doveva trovare lavoro altrimenti sarebbe stato un brutto e povero natale a suo dire: quando in casa non entrava il becco di un quattrino la casa era povera come il padrone.
Non mancava di coraggio nella ricerca, del lavoro, un giorno dette un valido aiuto a scaricare legna a un signore, che aveva un’affermata panetteria, ebbe quasi un giorno di paga e due forme di pane fresco fatto a ciambella, premuroso ringraziò il signore e tornò a casa sereno, per aver lavorato solo poche ore. Non disdegnava mai un lavoro, anzi si faceva in quattro per trovarlo e mantenerlo ma i tempi erano veramente amari.
Da tempo cercava di lasciare la sua città, per recarsi verso un altro paese alla ricerca di quella serenità perduta, qualcuno gli aveva suggerito di andare a Torino dove avrebbe trovato un lavoro più stabile e sicuro, ma il pensiero di lasciare la sua casa lo ratteneva. Aveva bisogno di una voce amica che lo incitasse ad andare.
Un giorno il trillo del telefono lo bloccò sulla soglia di casa indeciso se rispondere o meno, rientrò alzò il microfono e rispose al telefono, all’altro capo una voce che non riconobbe rispose, chiamandolo per nome al telefono:”Filippo ho bisogno di te, la mia azienda cerca un disegnatore di interni mi sono ricordato dei tuoi lavori e ho cercato di chiamarti, non pensavo di trovarti a casa a quest’ora, stai lavorando?” L’imbarazzo di Filippo era notevole, non sapeva cosa rispondere all’amico, che lo interrogava alla fine disse che era stato licenziato per esubero di personale. Edoardo con gioia rispose: “dai vieni a Trieste c’è spazio per tutti, questa sera mi dilungo nella telefonata e ti parlo di un progetto a lungo termine”. Filippo felice di questa nuova speranza volle recarsi al Bar in cerca dei pochi amici rimasti.
Vide in un angolo del Bar un grande ramo di pino, pronto per essere addobbato per il Santo Natale, sul bancone vide della carta stagnola e iniziò a tagliare delle stelle di natale, in attesa degli amici, ne aveva tagliate diverse in forme strane, chiese al titolare un filo corredato da un ago per infilare quelle stelle già pronte le appese per prova, l’albero brillava anche con poche stelle e mentre lo rimirava felice e sorridente sognava il nuovo lavoro che gli avevano appena proposto, era felice. Chiese al proprietario se poteva continuare a tagliare stelle e disse:”Vi regalo questo mio lavoro per il Santo Natale”. Il titolare lo ringraziò di cuore e le augurò un felice Natale. Sulla soglia di casa udì squillare il telefono, rispose era il suo amico che gli confermava la chiamata. Preparò un precario bagaglio e si recò in stazione per prendere il treno per la nuova destinazione era uno spiraglio di nuova luce.
L’arrivo sulla stazione di Trieste, l’amico lo attendeva con un fiocco dorato tra le mani, era un buon Natale annunciato, si abbracciarono con sincera amicizia e l’amico gli propose un soggiorno di tre giorni presso la sua casa,nel frattempo avrebbe avuto l’opportunità di trovare un alloggio presso una locanda o un albergo decente.
La città di Trieste fu la sua fortuna, il lavoro, la casa, il suo amico e l’affettuosità della gente, era tornato a vivere in un ambiente sereno dove tutto era e si presentava in modo positivo. Trovò una brava ragazza e mise su famiglia era il giorno del Santo Natale e si avverava un grande sogno.
Anna Sciacovelli