Nel Museo civico Archeologico di Rutigliano, alla presenza dell’Assessore alla cultura, Giuseppe Rocco Poli, e dell’Assessora, Patrizia Maria Meliota, presenti anche, un folto gruppo di cittadini e stimati artisti pugliesi.
Ha presentato le opere del maestro Renato Sciolan, sotto il profilo critico, la direttrice del quotidiano On line Tgyou24 e critico d’arte, Anna Sciacovelli, parlando dell’artista e delle sue apprezzate opere, esposte nella grande Sede del Museo Civico Archeologico, evidenziando il perché del titolo: Le Stanze dei Ricordi:
“Il passato è il retaggio di un uomo, con forme di vita, sostanze linguaggio, echi, richiami, profondi racconti, immotivati silenzi, Metafore simboli e impronte di una vita vissuta e mai dimenticata.
Quelle stanze, tanto piene e rumorose un tempo, ora sono diventate un nido vuoto, quasi una grande prigione per la propria anima, che anela la libertà e il bisogno ancora di sognare.
Non c’è identità storica, se non esiste un passato, altrimenti è un’identità lacerata da un dramma, che può essere chiamata anche negazione del tempo che è appartenuto a un uomo.
Il maestro Renato Sciolan, dopo tanto tempo, con queste sue opere, ha evidenziato le stanze del suo cuore stracolme d’infiniti ricordi, stanze, dove aveva riposto i personali sogni, le speranze, la gioia, la rabbia, l’illusione e gli ideali.
La rinuncia degli ideali, che si riscontra nel mondo contemporaneo, è dovuta, solo e certamente a una concezione realistica del mondo e alla necessità di conoscere e affrontare la vita, nella sua realtà senza fare sogni impossibili.
Un essere umano, che si pone in una relazione dinamica con il passato, non sviluppa una capacità di decifrazione non solo con il presente, ma anche con l’avvenire.
Le tante storie, che gli anziani raccontano ai figli e ai nipoti, non sono fole ma vite vissute, nell’incertezza costante del domani.
Spesso a chi ha più anni di noi, non si dà voce, per far cantare il loro passato, che provoca incontri e scontri con le personali forme, i loro simboli, e le loro indecifrabili epifanie.
L’artista Renato Sciolan, sulle tele sciorina i temi prescelti, che hanno il dono della semplicità visiva, capace di appagare l’occhio dell’osservatore, quasi una silente comunicabilità, attraverso lo sguardo, che con indubbia versatilità si propaga dalla tela all’anima.
Il magico gioco dei colori, creano a loro insaputa, delle rifrazioni e dei movimenti, che si fa portavoce nella sua metamorfosi, nuove e antiche, di un garbato messaggio, di cui l’artista è riuscito a captare i lati positivi dell’attuale figurazione.
Le tele indubbiamente, descrivono momenti, di luci e colori, capaci, di trasportare l’osservatore oltre la composizione formale.
Sempre e in tutte le più piccole cose, l’uomo si ritrova a confrontarsi con quello che prima è stato e che oggi difficilmente tornerà a essere.
Spesso avviene la riappropriazione del passato, attraverso le espressioni dell’arte, ma è solo una rete di ricordi che sfiorano il pensiero, a volte il passato è consegnato al silenzio, che sprofonda nel pozzo dell’esistenza, che custodisce i segreti più intimi, essenziali e che non dispone vie di scampo dalla realtà. Questo è il mio dire su: le opere esposte, de
“Le Stanze dei ricordi”, titolazione scelta dall’Esimio artista Renato Sciolan.”
Anna Sciacovelli