Nasce a Torino, martedì 27 maggio 1902 da Giovanni e Albertina Berti.
Il popolare quartiere di Porta Palazzo, lo vide frequentare da ragazzo assiduamente la scuola statale Patacchioni, lo stesso Edificio scolastico, che cinquant’anni prima, aveva frequentato lo scrittore Edmondo De Amicis, poi le condizioni economiche della famiglia, degradò sempre più, tanto che lo costrinsero a lasciare la scuola, il padre fine decoratore di palazzi signorili, emigrò in America, alla ricerca di migliorare le proprie entrate con il lavoro, ma dopo pochi anni morì.
La famiglia, privata delle più misere risorse economiche, in casa si dettero tutti da fare, sia la madre sia le sorelle, cercarono un posto per lavorare, ma l’unico lavoro che trovò, e fu proposto alla madre, fu quello di fare la portinaia, mentre le sorelle trovarono fortuna, diversa, s’impiegarono come commesse in un grande negozio di tessuti.
Macario da ragazzo, nel pomeriggio frequentava assiduamente l’oratorio Salesiano annesso alla chiesa di Maria Ausiliatrice in quel luogo, dette al comico la certezza che Macario, le prime avvisaglie che lui sarebbe diventato un teatrante.
Il ragazzo aveva bisogno di una stabilità costante, cercò di lavorare nella Fiat di Torino si fece tutti i reparti senza fermarsi per molto tempo in uno.
Nel frattempo, aveva fondato un suo gruppo di filodrammatica, dove dava spettacoli o piccole rappresentazioni tutte le domeniche presso il circolo San Donato. Spesso rappresentava storie dei santi con vero successo.
Nel 1918, rispose a un annuncio, nel quale erano in cerca di giovani e giovanissimi attori, Macario partì in un giorno di dicembre e si recò presso il cavalier Salvetti debuttando in un dramma”Né i Martiri del Lavoro” di Franco Cavallotti, poi lavorò nella commedia “La Maestina” dello scrittore Niccodemi, “Nei figli di nessuno” e “La Signora di Saint Tropez”.
In questi drammi e commedie, seppe trarre dei veri vantaggi facendosi apprezzare e disimpegnandosi molto bene sia nei ruoli drammatici sia in quelli leggeri, nelle farse poi era un gran ridere per le sue battute, le sue entrate nei diversi ruoli erano perfette e molto apprezzate dagli astanti.
I diversi ruoli nell’ambito della scena, temprò molto bene il carattere e il brio dell’attore, che sulla scena si disimpegnava magnificamente, nei suoi variabili ruoli, dando un tocco di originalità, alle sue entrate in scena con il suo simpatico personaggio. “Che tutto sapeva ma nulla faceva”. Nel 1924 fu validissimo l’incontro G. Mulasso, coreografo e ballerino, che lo accolse nella sua compagnia per 15 lire a serata, in quello stesso periodo incontrò Maria Giuliano, con la quale si sposò, ma il matrimonio ebbe breve durata, mentre il sodalizio professionale durò circa un ventennio. Il suo nome arriva alle orecchie della signora del varietà, Isa Bluette, che volle incontrarlo alle tre del mattino a Modena presso l’hotel Commercio di Torino. La fama di Macario si diffuse a macchia d’olio recitò a Milano, al Lirico, al Dal Verne, su lavori di C. Ruta, Mazzacurati, Veneziani, con l’attrice in arte Bluette Isa, in realtà Teresa Ferrero, la sua paga giornaliera salì a 60 lire al giorno. Al teatro Odeon di Torino il contratto durò sino al 1929 e con macchiette e colpi di scena, riuscì a coniare la maschera di Macario, una faccia da uovo e un ricciolo fermo sulla fronte. Poi a Torino decise di fondare il teatro dialettale a Torino. Il nome di Macario divenne certezza evitando le volgarità del tempo. La maschera di Macario si può definirla nello stesso tempo, un Pierrot strambo e malizioso. Diversi ruoli sono stati da lui interpretati con Josefin Baker, Mistenguett, Anna Magnani, Petrolini, Nino Taranto, Enzo Tortora, Mario Soldati. Le sue Donnine, che sul palcoscenico sfilavano seminude, sono: Wanda Osiris,Tina De Mola, Lea Padovani, Elena Giusti, Isa Barsizza, Dorian Gray, Lauretta Masiero,Sandra Mondaini, Marisa del Frate. Dopo tanto lavoro muore a Torino, il 26 marzo del 1980.
Anna Sciacovelli