Parte il 30 giugno e prosegue fino al 30 agosto la terza edizione dello Storymoving Festival, un calendario di serate che narrano in maniera differente il paesaggio vitivinicolo del Piemonte Patrimonio Unesco.
Il programma racchiude dieci diversi appuntamenti, che si protrarranno per l’intera estate nei paesi d’Astesana e Monferrato proponendo momenti di racconto, ascolto e musica seguendo il fil rouge tematico di questa edizione: “Voci, terra e uomini”. Il focus sarà non solo sulle storie del territorio, ma soprattutto sul legame universale che lega uomo e Terra, un legame indissolubile anche se spesso conflittuale, soprattutto per come l’uomo si rapporta con la Madre Terra.
Gli appuntamenti, che spazieranno dalla prosa, alla danza, al canto popolare, saranno accessibili al costo simbolico di cinque euro: serate di narrazione, emozione e musica per riscoprire, ritrovare e rinnovare gli antichi riti del territorio, caricandoli di nuovi valori.
Nei luoghi in cui da sempre opera Landscape Storymovers®, che offre esperienze guidate di scoperta del territorio attraverso passeggiate e visite accompagnate da una narrazione teatrale di racconto della memoria e della storia locale, si riuniranno per lo Storymoving Festival 2024 compagnie provenienti da diverse parti d’Italia, che alterneranno le loro performance a grandi classici e a nuove produzioni del Teatro degli Acerbi, in un cartellone che vuole essere il più possibile vario e poliedrico.
Con l’occasione dell’apertura del Festival verrà anche assegnato il Premio Landscape Storymovers 2024 al professor Piercarlo Grimaldi, antropologo di Cossano Belbo (già docente all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e all’Università degli Studi di Torino), amico e mentore degli Storymovers e del Teatro degli Acerbi.
Il programma dello Storymoving Festival 2024
30 giugno 2024 dalle ore 17,30
Piazza del paese – Castiglione Tinella
II Edizione Premio Landscape Storymovers ai Narratori del Paesaggio al prof. Piercarlo Grimaldi
a seguire
FOGLI VOLANTI
Concerto di canzone popolare con Alessia Porani e Ricky Avataneo
07 luglio 2024 ore 18
Sottocoro – Rocca d’Arazzo
IL TESTAMENTO DELL’ORTOLANO
Teatro degli Acerbi
da un racconto di Antonio Catalano
rielaborazione testo di Antonio Catalano e Patrizia Camatel
con Massimo Barbero
regia di Patrizia Camatel
È un monologo teatrale tratto da un racconto di Antonio Catalano, eclettico artista, il poeta della meraviglia, il cantore delle piccole cose. Il sapore è quello di una fiaba antica, ma i contenuti sono modernissimi, poiché si parla del legame di amore e cura per il Pianeta Terra, tema di grande attualità e importanza primaria.
Protagonista della storia è l’ortolano Adelmo, vissuto in quel passato prossimo in cui l’orto era fonte primaria di sostentamento famigliare. Egli ha ricevuto la terra dai suoi antenati, l’ha coltivata per tutta la vita; ha imparato dal padre, ma si è anche inventato il mestiere sperimentando ad ogni stagione, con buona pace di tradizioni e proverbi; ha guardato alle fasi lunari un po’ sì e un po’ no, perché la luna sta lassù e che ne sa lei dei fagiolini; ha maledetto la tempesta e la siccità; ha messo su famiglia e l’ha nutrita coi frutti della sua fatica. Il giorno in cui, infine, si sente vicino alla morte, si chiede che destino avrà il suo orto, nelle mani del figlio Michele.
Ricevere in eredità un pezzo di terra e attrezzi agricoli può essere gravoso. Ma se si entra per quel cancelletto sgangherato anche solo per fare pulizia, per il decoro del vicinato, si rischia di subire il fascino di quella variegata comunità di esseri viventi, che va avanti strenuamente anche nel disinteresse del novello proprietario.
L’orto può diventare così un luogo in cui specchiarsi, in cui ritrovare le vicende famigliari, in cui scoprire il legame plurimillenario tra l’umanità e la Terra, che dobbiamo tutelare come eredità comune e ancor più come fonte di vita. Insomma, l’orto è il luogo della Cura: là dove ci si prende cura della terra, e dove la terra cura il corpo e l’anima. Questo è il messaggio lanciato dall’ortolano, laborioso e bonario, filosofo e poeta a sua insaputa.
12 luglio 2024 ore 21,30
Piazza Castello – Moasca
MARE MOTUS
FE Fabbrica dell’Esperienza – Milano
di e con Alessandro Zatta
Jacob, ex marinaio del Peqoud tornato sulla terraferma dopo le avventure col capitano Achab, in cerca di sicurezza e stabilità nella sua vita, si confronta con la sua vecchiaia in un mondo prossimo al collasso. Così ha deciso di rifugiarsi nella sua dimora senza mai uscire di casa. Si ritrova solo tra vecchi oggetti, ricordi, scatolette di tonno e qualche biscotto, finché qualcuno inaspettatamente arriva a bussare alla sua porta.
Una favola ecologica per grandi e bambini che ci porta a interrogarci sul mondo d’oggi e sulla capacità dell’uomo di cambiare il proprio destino seguendo ognuno la sua Moby Dick.
Mare Motus è parte del progetto per una “Trilogia della Speranza – ovvero dell’Immaginazione” prodotta da Salti Teatrali e Fabbrica dell’Esperienza, di cui fanno parte “Roxane – Studio Inverso sul Cyrano”, Mare Motus si ispira all’opera di Melville iniziando il suo racconto dalla fine del capolavoro dello scrittore. e Sacrifice – canto per un popolo senza voce ispirato dalla storia del cantante Sixto Rodriguez
19 luglio 2024 ore 21,30
Chiesa dei SS Giacomo e Cristoforo – Fondazione Cesare Pavese – Santo Stefano Belbo
D’ALTRO CANTO – POLIFONIE DAL MONDO
Compagnia Piccolo Canto
di e con Ilaria Pezzera, Miriam Gotti, Swewa Schneider – fisarmonica: Davide Bonetti
Attraverso canti polifonici, sacri e popolari delle diverse culture dell’area mediterranea e balcaanica cercheremo di accompagnare lo spettatore in un vero e proprio viaggio sonoro. I brani saranno eseguiti a cappella, a volte invece saranno accompagnati da strumenti della tradizione come tamburi a cornice, darbuka. Il nostro repertorio, dal forte impatto emotivo, propone una selezione di canti che affondano le loro radici nella notte dei tempi.
Il canto e_̀ _il più fisico, misterioso ed emotivo degli strumenti ed è sempre stato il mezzo prediletto per scandire l’esistenza dell’uomo: nel celebrare riti, comunicare con gli spiriti, festeggiare un buon raccolto, protestare contro le ingiustizie subite, piangere una morte, lenire i mali del corpo e dell’anima, cullare, addormentare e raccontare storie.
Voci che gridano, si emozionano, sussurrano, protestano, evocano, sorridono, pregano, voci che si uniscono in canto polifonico tentando di mantenere in vita il sapore originario di ogni brano, ma aggiungendo a ciascuno un tocco di originalità ed ironia.
Nel nostro viaggio nel vecchio continente scopriremo: le accese sonorità dei canti devozionali paraliturgici del Sud Italia; i canti dell’Est Europa, ricchi di armonie che sfidano ogni regola accademica; le armonie semplici dei canti del nord Italia, che raccontano storie di lavoro e di vita quotidiana famigliare; i canti del Salento, dolci e materni come le ballate e le serenate, ma anche dai ritmi frenetici, quasi mantrici, come le pizziche e le tarante. Così lo spettatore chiudendo gli occhi potrà ritrovarsi a ballare una ritmica pugliese, assistere ad una sacra processione o rievocare storie dall’antico sapore, standosene semplicemente seduto sulla propria seggiola e lasciandosi abbracciare dalla musica.
26 luglio 2024 ore 21,30
Anfiteatro della Moncalvina – Canelli
PACHAMAMA
Artedanza Bra
Regia e coreografie di Donatella Poggio
Interpreti: Vittoria Morino, Elena Morino, Melissa Marangon, Isabella Villois, Roberta Montà, Marta Ceccotti, Eleonora Avalle, Rachele Marangon, Matteo Il Grande
Spettacolo di danza
Un richiamo alla terra, alle radici
I nostri istinti terreni, il contatto con la natura, la nascita e la rinascita.
Percorso emozionale che richiama il contatto tra spirito e corpo, terra e cielo.
03 agosto 2024 ore 21,30
Chiesa dei Battuti – San Marzano Oliveto
TERRA
di e con Lorenzo Alfieri
regia Gianni Lamanna
spettacolo per bambini e famiglie – con l’approvazione di Greenpeace Milano
Il punto di vista di uno stormo di gabbiani in volo e della giovane gabbiana Bianchina, diviene pretesto per parlare con leggerezza e poesia di temi sociali e cambiamenti clima-tici. Una scena attraversata da svariati per-sonaggi, povera, essenziale, intrisa di simbo-li e fatta di oggetti che sono al tempo stesso luoghi e metafore di un viaggio.
09 agosto 2024 ore 21,30
Borgo Villa – Incisa Scapaccino
TRAVIATA, OPERA LIBERA IN PROSA
Teatro degli Acerbi
di e con Andrea Caldi, Fabio Fassio e Elena Romano
In un tempo e in luogo indefiniti tre attori decidono di fare la Traviata, in tre. Non hanno dubbi, l’impresa si fa perché quello che conta è il potere evocativo del teatro. Non hanno imponenti scenografie, non hanno costumi elaborati, non hanno cantanti lirici, ma hanno una storia da raccontare. Del melodramma privato, della sua intrinseca opulenza rimangono la storia di Violetta e di Alfredo e le arie celebri che l’hanno reso immortale. Il testo è un pretesto e le solitudini dei tre personaggi non sono un limite all’unica realtà: a teatro si può fare tutto, con ogni mezzo. Il risultato è inevitabilmente comico e teneramente tragico. L’amore, la morte, l’onore e tutti i buoni sentimenti di un’epoca così lontana dal nostro sentire comune sono ancora drammaticamente attuali, ma per i nostri tre attori una sola cosa conta: salvarsi salendo sull’unica arca possibile, quella del sogno.
17 agosto 2024 ore 21,00
Piazza del Comune – Maranzana
VEGLIA DI FERRAGOSTO
Teatro degli Acerbi
con Ricky Avataneo e gli attori del Teatro degli Acerbi
In scena tre attori e un musicista incarnano i racconti, le poesie, le macchiette, attingendo i testi dalla tradizione orale, dalla propria esperienza di appaesati, dalla letteratura, dalla canzone popolare. Leggerezza e impegno, commozione e aria di festa contrappuntano continuamente sulle note di una chitarra ricordando che la vita di ogni comunità è fatta di lutti e di gioie, di balli e tragedie, ognuna delle quali dà un senso alle altre.
23 agosto 2024 ore 21,30
Chiesa di San Giovanni Battista – Fontanile
STABAT MATER Creazione per sei voci e un Duomo
Faber Teater
con Lucia Giordano, Marco Andorno, Francesco Micca, Paola Bordignon, Sebastiano Amadio, Lodovico Bordignon – musiche originali e drammaturgia musicale: Antonella Talamonti
Sedetevi. Sedetevi ed ascoltate. Ascoltate le voci del lutto e del dolore, le voci dello scandalo della morte, le voci dell’ingiustizia contro l’innocente, le voci della perdita incolmabile, le voci della ricerca di consolazione. Ascoltate i suoni portati da lingue e da mondi diversi. Ascoltate i suoni che alterano il tempo, le voci che riportano nel presente, accanto al dolore di oggi, il dolore di tutti quelli che ci hanno preceduto. Per trasformarlo, superarlo e riprendere il cammino. Stabat Mater è il canto che parla del dolore, dell’esperienza del dolore, dell’ingiustizia, dello scandalo, della necessità di convivere con la tragedia, di sopportarla insieme, di condividerla per superarla. É stato concepito e scritto da Antonella Talamonti per i sei attori cantanti del Faber Teater usando lingue e dialetti diversi e ispirandosi, nella scrittura, sia alle pratiche compositive contemporanee che al repertorio paraliturgico di tradizione orale, tanto frequentato nel suo cammino di musicista e ricercatrice. La prima edizione dello Stabat, del 2007, è nata per il Duomo di Chivasso come evento conclusivo de Le diciotto ore della Passione (un progetto di Luciano Nattino, Aldo Pasquero e Giuseppe Morrone). Dal 2016 Stabat Mater è diventato un progetto itinerante che mette in suono spazi sacri con caratteristiche storico-architettoniche, e quindi acustiche ed emotive, molto diverse tra loro. Durante l’esecuzione i cantanti / attori portano il canto in movimento e si posizionano negli spazi più significativi di cui le Chiese dispongono. Gli spettatori restano seduti nei banchi, là dove lo spazio sacro prevede, ma vengono condotti dal canto a scoprire nuove relazioni relazione con lo spazio e la sua acustica. Il suono si muove intorno a loro: dall’abside al pulpito, dalle cappelle laterali al balcone dell’organo, dai matronei alla navata centrale, le posizioni cambiano in relazione alla risposta acustica dello spazio. Le chiese rivelano così le loro risonanze segrete, le loro molte voci.
30 AGOSTO 2024 – repliche ore 19, ore 21 e ore 23 – PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA
Cimitero – Castelnuovo Belbo
DORMONO SULLE COLLINE – narrazioni e canti tra le lapidi di un cimitero
Teatro degli Acerbi
ideazione, selezione e adattamento testi di Pietro Giovannini
con Patrizia Camatel, Matteo Campagnoli, Fabio Fassio, Elena Romano – musiche dal vivo di Tiziano Villata
Quattro attori e un musicista appaiono e scompaiono tra le tombe, conducendo a gruppi gli spettatori in un percorso tra le lapidi di pietra, gli alberi e i cespugli che da soli compongono la più perfetta delle scenografie. Le note e le parole in un cimitero hanno più peso perché si è più disposti all’ascolto, si è più abituati al silenzio; e le note e le parole risuonano più pure invitandoci ad alzare lo sguardo verso il paesaggio e i luoghi dove queste persone che ci parlano abitavano e animavano: vite tragiche o monotone, insignificanti, piene di cose da fare ma tutte ugualmente riassunte qui ed ora.
La riflessione è sulle nostre radici ma anche sul significato della vita in generale, del lavoro e della morte, è la costituzione temporanea di una “comunità verticale” dove viventi e vissuti per un’ora celebrano le proprie storie.