L’inglese John Bradshaw, docente di Zoo antropologia, all’università di Bristol, ha studiato per più di trent’anni il comportamento dei gatti prima di pubblicare il libro”Cat sense” in cui ha racchiuso tutti i risultati di questa lunga ricerca.
Secondo quanto afferma il biologo, il gatto considera l’essere umano come il felino più grande. Lo studio analizzando la differenza che si è venuta a creare nel rapporto fra esseri umani, gatti o cani dall’inizio della loro convivenza fino ad oggi. Il cane ha modificato notevolmente le sue abitudini, comportamentali dalle sue origini è stato addestrato e in lui non si trovano più le principali caratteristiche del suo antenato Lupo.
Il gatto invece è rimasto sostanzialmente un felino selvatico nonostante siano trascorsi cinquemila anni da quando si è avvicinato all’uomo.
Per il gatto l’essere umano comincia a essere il suo simile anche se di dimensioni più grandi. Di conseguenza il suo comportamento con l’uomo è lo stesso che da quando si trova alla presenza della sua mamma si struscia alle gambe se sono in cerca di coccole fa le fusa, se vuole mangiare o dimostrare affetto, alza la coda in segno di saluto.
Secondo John Bradshaw, il gesto della coda in alto è molto probabilmente il modo più chiaro che i gatti utilizzano per esprimere la loro simpatia verso l’essere umano.
Sempre secondo il nostro biologo, per creare un vero rapporto di amicizia con i felini, occorre attendere che mostrino la loro, sarà allora l’inizio di un vero rapporto d’amicizia e una garanzia che durerà nel tempo. Con questo gesto, infatti, il gatto comunicherà che ha iniziato a considerarci. Non bisogna avere fretta, ma dare tempo al tempo, il nostro felino si prenderà molti spazi che saranno e diventeranno spazi personali, per poi darci la sua spensierata amicizia.
Anna Sciacovelli