I preparativi della nuova gita fervevano, otto giorni per una corsa, era un lusso a quei tempi, le valige non bastavano per raccogliere gli abiti da indossare per quella grande e lunga assenza da casa. Otto giorni in giro per le strade di Firenze e Fiesole, un vero sogno, Suor Giulia, suggeriva e raccomandava il minimo indispensabile per una sosta piena di sei giorni, due di viaggio uno per andare e l’altro per tornare, quindi non c’è bisogno di portarsi dietro tutto il guardaroba.
Il massimo una valigia e un bagaglio a mano, tutti avevano preferito un bauletto a mano comodo per contenere tutto il necessaire da toiletta, il pigiama e altre piccole cose. Un vagone riservato per noi era una gioia immensa, mentre il resto della compagnia avrebbe preso l’aereo e in meno di due ore sarebbe arrivato a Firenze. La città ci accolse a braccia aperte il sole inondava la città di Firenze facendo luccicare sia il bronzo e sia il rame. Il pulman che ci trasportava, dalla periferia al centro di Firenze, giunse presso il Duomo l’assetto urbanistico di Firenze tra palazzo vecchio costeggiato da Palazzo Strozzi, dopo aver superato il cerchio delle mura. Ci trovammo in un’ area centrale romana quadrilatera con strade tipicamente ortogonali a Nord dell’Arno, la più animata ed elegante oggi dal Duomo a palazzo Vecchio e dal palazzo Strozzi, circondata dalla città medievale (fino al XIII sec.) sulle due sponde del fiume, fra i ponti della Carraia e Alle Grazie e le aree attuali di Pitti e S. Lorenzo, con le tipiche strette vie senza schemi geometrici. Oltre si estende la città tardo medievale e medicea, che nel tempo si è ampliata gradualmente entro la grande cerchia muraria trecentesca il cui spazio corrisponde all’attuale circonvallazione. La circondano le vecchie e strette vie, fra le tante manifestazioni, eravamo invitate al Maggio musicale fiorentino che si chiudeva con lo “scoppio tradizionale del carro”del periodo pasquale rievocazione storica e di tradizione popolare, Piazza del Duomo stracolma di gente, nell’area di origine romana insieme all’adiacente piazza di San Giovanni, riunisce i tre massimi monumenti religiosi tutti con rivestimenti marmoreo policromo a disegni geometrici Battistero,Duomo e campanile di Giotto.
Il battistero a pianta ottagonale, che risale al IV secolo, rivestito in marmo bianco e verde, con tetto piramidale, l’abside è duecentesca, belle le sue porte di bronzo, con formelle lobate di Andrea Pisano(storie della vita del Battista 1330); La porta a Est rivolta verso il duomo, detta porta del Paradiso capolavoro del Ghiberti (1425- 1452), con scene del vecchio Testamento. Il gruppo marmoreo del battesimo di Gesù è di Antonio Sansovino del 1502. L’interno ha le pareti ritmate das colonne e pilastri. Vicino all’ingresso, il fonte battesimale marmoreo di scuola pisana del(1371),nei pressi è sepolto l’antipapa Giovanni XXIII di Donatello e Michelozzo del (1427), il giudizio Universale di artisti veneziani e fiorentini tra i quali Cimabue, maestro Iacopo 1225. Alzando gli occhi, al cielo dove svetta il campanile di Giotto la torre slanciata di circa 85 metri a pianta quadrata iniziato da Giotto nel 1334 e continuato da Andrea Pisano, e da Luca della Robbia, terminato da Francesco Talenti. Una scala di 414 gradini sale alla terrazza, da dove si vede un panorama, che si estende ai margini della città.
Nel Pomeriggio iniziamo dal duomo o Santa Maria del fiore, Duomo a croce latina nello stile Gotico a semplici linee, che proprio a Firenze venne iniziato da Arnoldo di Cambio nel 1296 e ripreso da Francesco Talenti e compiuto nel1434 con la cupola di Filippo Brunelleschi terminata nel 1461 La facciata da Emilio De Fabris, è opera ottocentesca (1871-1887) il mosaico dell’Annunciazione è opera del Ghirlandaio (1491) Le teste dei Profeti nel quadrante dell’orologio, dell’artista Paolo Uccello affresco del (1443). Sotto la cupola, il recinto marmoreo del coro è di Baccio Bandinelli (1555) la lanterna affrescata Giudizio finale dal Vasari e da Federico Zuccari (1572-79). L’incoronazione di Maria di Donatello; Risurrezione di Paolo Uccello
La Deposizione di Baccio Bandinelli (1555), e tanto ancora le vetrate gli scavi che hanno riportato alla luce, l’impianto architettonico che risale presumibilmente al (IV sec.) stanche ma felicissime siamo tornate in albergo con il sorriso fermo sulla bocca, metaforicamente “avevamo toccato il cielo con un dito” e tanto ancora i nostri occhi vagavano alla ricerca di altre bellezze nascoste. Il giorno dopo, dovevamo visitare palazzo vecchio o Palazzo della Signoria, il massimo monumento della città di Firenze, fu sede della Repubblica fino al Cinquecento della camera dei deputati del regno d’Italia dal (1865 al 1871) dal 1872, del Municipio è un palazzo dei più significativi del Regno d’Italia, eretto nel lontano 1299, secondo la tradizione da Arnoldo di Cambio nel 1296, quindi ripreso in forme Gotiche che gli danno slancio verticale con i tre piani e termina con la cupola studiata da Filippo Brunelleschi nel 1461, la facciata lavorata da Emilio Fabris, opera ottocentesca e osserviamo la porta della Mandorla, gotico rinascimentale con il rilievo dell’Assunta di Nanni di Banco 1421, da non trascurare il mosaico del Ghirlandaio del 1491. Onore e gloria ai nostri artisti che hanno lasciato il segno, del loro lavoro e delle loro idee. Stanche ma entusiaste di tutto, siamo tornate a casa con la voglia di ripartire in un luogo dov’è possibile ammirare lavori unici compiuti dai nostri valenti scultori, architetti, artisti, che riescono a dare il meglio della loro arte. Molto c’è ancora da dire, per ora mi fermo qui.
Anna Sciacovelli