Te lo dico in dialetto Barese
Venerdì 30 marzo, presso il noto Cafè Book, dello Editore Domenico Di Marsico, il Professor Nicola Cutino, Presidente dell’Associazione Mondo Antico e Tempi moderni e Coordinatore del Seminario permanente di Studio e Approfondimento su dialetto Barese, ha dialogato con il poeta Paolo De Santis, personaggio già noto al pubblico nostrano e non, che a partire dagli anni settanta ha imperversato nelle emittenti televisive baresi, è stato il primo imprenditore a prestare la propria immagine, per la promozione delle sue aziende.
Molto conosciuto per il suo particolare messaggio “Il Signor Cambialone”, in seguito ha pubblicizzato la ditta Toscana Mobili, subito dopo con la figura di “Babbo Natale” per la Ditta Italiamobili.
Nel tempo, è arrivato il momento l’estro della poesia, in dialetto Barese, pubblicando con Laterza le raccolte “Dio secondo Io” e “Le mie Poesie”, con l’editore Marsico Libri, ”Amo la Cacca” anno (2013), “C’era una volta lo Jolly Club”, (2014), “L’uomo Universale” (2016), l’ultimo libro di poesie “Te la digghe a la Barese”, presentato qualche giorno addietro, dal Professor Nicola Cutino, il quale ha ricordato nella prefazione Federico Fellini il quale, scriveva: “Che il dialetto è come i nostri sogni, qualcosa di remoto e di rivelatore; il dialetto è la testimonianza più viva della nostra storia…”.
Il poeta Paolo De Santis, incanta il lettore e l’ascoltatore, per quel senso ironico della sua parola e con termini particolari, con i quali l’autore, riesce a dipingere le sue poetiche, spesso il dialetto, riesce a far capire meglio il significato di una frase e delle parole, il dialetto sistema linguistico che differenzia e caratterizza diverse zone della nostra Patria.
La prefazione scritta da Cristiano Stefanì, amico di vecchia data: “Io che conosco l’autore perché conosciuto e seguito, in tutte le sue varie vicende della vita, che ho avuto modo d assisterlo nelle diverse trattative e tante sfaccettature di un personaggio unico, che ha dismesso i panni dell’imprenditore per indossare come in un gioco di prestigio i panni di uno scrittore, e di poeta”.
L’Amico Stefanì, prende atto di questa nuova veste e si complimenta con il poeta, per questo suo nuovo modo di porsi. La prefazione del Prof. Nicola Cutino si avvicina al mondo della musica “Come la musica, ha bisogno di solfeggio, così la parola, ha bisogno di grammatica”.
Spesso, in una sola parola dialettale è racchiuso il succo di un lungo discorso. La poesia di Paolo De Santis, è ricca di sentimenti, collocandosi in un genere come quello napoletano, dell’amico di tutti Totò.
Il poeta Paolo De Santis, come un bambino confessa, che la sua prima poesia in dialetto ha un titolo particolare “Avaste a Chiange”, poesia scritta in ricordo della moglie, in poche parole, vorrebbe superare un momento particolare senz’altro piangere, dopo la morte della sua amata vorrebbe ricordarla con serenità e affetto e non più piangere per la sua dipartita.
Applaudito dalla platea di diversi poeti presenti tra il pubblico, ha salutato gioiosamente il pubblico augurando a tutti una buona e serena Pasqua.
Anna Sciacovelli