Cambiamenti climatici in atto
I cambiamenti climatici sono senza dubbio un tema scottante per i media ed i governi di tutto il mondo. Se ne parla da diverso tempo, con epici scontri tra negazionisti, scienziati e ambientalisti, pur essendo ormai scientificamente provato che l’inquinamento causato dall’uomo contribuisce quantomeno a velocizzare questi cambiamenti. Tra le principali cause dei cambiamenti climatici, attribuibili all’uomo, in primo piano ci sono i famosi gas serra, tra cui l’anidride carbonica (CO2), il metano (CH4), l’esafluoruro di zolfo (SF6), ed il protossido di azoto (N2O), i quali in questi anni hanno contribuito all’apertura del “buco nell’ozono”. L’ozono è uno strato protettivo fondamentale per la soppravvivenza di qualsiasi specie vivente sulla terra, il quale ci protegge soprattutto dalle letali radiazioni solari. Per ulteriori informazioni sul buco nell’ozono consigliamo di leggere la pagina di Wikipedia. Gli scarichi industriali, le automobili, gli allevamenti intensivi, e più in generale il nostro stile di vita “consumistico” contribuiscono enormemente all’emissione di gas serra nell’atmosfera, di conseguenza, le nostre scelte, le nostre singole azioni, sono anch’esse responsabili dei cambiamenti climatici. Tra le principali conseguenze principali dei cambiamenti climatici annoveriamo:
- Riscaldamento globale
- Scioglimento dei ghiacciai
- Innalzamento del livello di acqua negli oceani
Come potrete notare, la prima conseguenza dei cambiamenti climatici è il riscaldamento globale (aumento della temperatura atmosferica), la quale si definisce come riscaldamento globale. Il riscaldamento globale agisce prima di tutto sui poli del nostro pianeta, sciogliendo i ghiacciai che ormai sono ridotti all’osso (meno del 10% della superficie terrestre totale). Lo scioglimento dei ghiacciai causa l’innalzamento delle acque oceaniche, con conseguenze catastrofiche per tutte quelle città situate lungo le coste, come ad esempio la grande Miami o la nostra Venezia, città che probabilmente saranno destinate a scomparire in un futuro non troppo lontano. Queste conseguenze sono gravi, irreparabili per l’uomo, ma non le uniche. I cambiamenti climatici stanno agendo anche sulla biodiversità, distruggendo fauna e flora, sia marina -pensiamo alle barriere coralline- sia terrestre – desertificazione, estinzione di numerose specie di mammiferi. Se tutto questo non bastasse, l’uomo continua a contribuire a questi disastri con la sua folle corsa verso la totale distruzione della natura. Da qui nasce quello che viene definito negazionismo climatico, coloro che negano che i cambiamenti climatici siano attribuibili all’uomo, e che ritengono la natura l’unica responsabile di questi avvenimenti, come da classico ciclo terrestre.
Il fantomatico negazionismo climatico
Gran parte di questo negazionismo arriva dai piani alti, dai “Re” dell’economia mondiale. I magnati del petrolio, i ricchi sostenitori del capitalismo, coloro che pensano esclusivamente a trivellare, tagliare, uccidere e rubare risorse alla terra, con l’unico obbiettivo di “crescere”, di arricchire le proprie tasche, e di poter spendere ancor più soldi, poiché qualcuno dice che questi non sono mai abbastanza. Poi c’è chi dice di farlo per altri, come il presidente Donald Trump, lui “sicuramente” nega i cambiamenti climatici causati dall’uomo per il bene del suo popolo. E’ assurdo, come gran parte dei negazionisti siano ricchi uomini d’affari, e purtroppo come possiamo leggere in questa pagina il negazionismo climatico continua ad evolversi rapidamente, andando contro corrente, contro la scienza, e spesso contro ogni logica umana. L’Agenda 2030, un accordo siglato nel 2015 da oltre 190 paesi dell’ONU, tra le altre cose mette in primo piano azioni concrete per combattere i cambiamenti climatici, queste azioni includono ovviamente la riduzione dell’inquinamento causato dalle industrie e dalle automobili entro il 2030. Salvaguardia degli oceani e dei ghiacciai, uso di energie rinnovabili e riduzione del consumo di energia, raccolta differenziata più efficiente e mezzi di trasporto meno inquinanti, sono solo alcune delle voci presenti nell’Agenda 2030.
COVID-19 e la temporanea riduzione dell’inquinamento
Se ne è parlato parecchio, la riduzione dell’inquinamento mondiale durante il CODIV-19 è stata netta ed evidente, tanto da essere ripresa dai satelliti di tutto il mondo. Il COVID-19 è stata una tremenda disgrazia per gli esseri umani, ma una buona opportunità per l’ambiente e gli animali, che sono tornati a respirare un’aria sana e pulita come non si vedeva da decenni.
Come vediamo in questo video la riduzione dell’inquinamento durante il lockdown causato dal COVID-19 è stata davvero notevole, notiamo anche con dispiacere che la pianura padana è la zona più inquinante e inquinata d’Europa. Le industrie presenti in quella zona si fanno sentire, nel bene (per la nostra economia) e nel male (per la nostra salute). Sicuramente questa condizione durerà poco, crediamo infatti che molto rapidamente tornerà allo stato del pre-covid, ma queste immagini dovrebbero quantomeno farci capire che la strada che stiamo seguendo non è quella “giusta” da seguire, e che è giunto il momento di seguire la via dell’economia sostenibile. Il COVID-19 ha quindi ridotto, almeno temporaneamente, l’inquinamento ambientale causato dall’uomo, ma purtroppo non ha fermato il cambiamento climatico in atto. In questa fase post-covid potremmo riflettere sulle nostre scelte quotidiane, poiché siamo noi consumatori a dettare le leggi di mercato. Dopo questa triste esperienza, cerchiamo di migliorare il nostro stile di vita, ridurre al minimo il consumismo o quantomeno prediligere prodotti ecologici, ottimizzare la raccolta differenziata, e restare informati sull’evoluzione dei cambiamenti climatici.