Nel mondo del calcio, molti atleti preferiscono non rivelare i propri riti scaramantici più curiosi, soprattutto per una forma di superstizione. Ecco perché, spesso, i gesti più improbabili rimangono celati fino al ritiro dal calcio giocato. Molti calciatori ancora in attività, del resto, farebbero carte false pur di non svelare i loro segreti. Non mancano, tuttavia, le eccezioni. Di seguito una carrellata di alcuni dei riti pregara più strani dei calciatori.
I riti scaramantici più curiosi: dagli sputi sul muro ai Plasmon
L’ex capitano del Chelsea John Terry si è affermato come uno dei calciatori più superstiziosi. Ha messo a dura prova i suoi parastinchi fortunati, indossati per più di 10 anni, in migliaia di partite. Finché, poi, non li ha persi durante una trasferta a Barcellona. Quella sì che deve essere stata una tragedia.
David James, ex compagno di Terry nella Nazionale inglese, aveva una routine che definire complessa è dir poco. Il suo schema ricorrente intriso di scaramanzia cominciava fin dal giorno prima della partita: James poteva dirsi soddisfatto soltanto dopo il fischio finale. Tra le altre cose, il portiere non parlava con nessuno e rimaneva nel bagno degli spogliatoi fino a quando tutti erano usciti, per poi sputare sul muro.
Quello a cui proprio Pippo Inzaghi non poteva rinunciare erano i suoi biscotti Plasmon. Ne mangiava un pacchetto prima di ogni gara, lasciandone sempre due. Chissà se erano proprio i biscotti il segreto dei suoi gol.
A proposito di segreti dei gol, quello di Mario Gomez, ex bomber del Bayern, era non cantare l’inno nazionale. Già, perché dopo il primo gol con la Germania giovanile, messo a segno dopo essere rimasto in silenzio, il numero 9 non ha mai perso questa abitudine. In qualche modo influenzando le statistiche legate alle scommesse sportive online.
I riti dei calciatori in attività
Nonostante una riservatezza diffusa, alcuni atleti che ancora calcano i campi di gioco hanno reso noto qualche dettaglio sui loro gesti più insoliti. È il caso di Victor Osimhen, che da quando si è infortunato al volto non ha mai più tolto la maschera protettiva. Anche dopo essere guarito.
Allo stesso modo Jamie Vardy, simbolo del Leicester campione d’Inghilterra, indossa sempre la stessa fasciatura al polso. Tutto è cominciato dopo una frattura alla mano, dovuta ad un pugno troppo forte alla punching ball. Poi sono arrivate caterve di gol con il polso fasciato e così Vardy non ha più tolto quelle bende.
Quando si veste prima di ogni match, l’asso portoghese Cristiano Ronaldo infila sempre prima il calzino destro. Jordi Alba, terzino del Barcellona, si lava sempre i denti prima di una partita. Anche Dele Alli, come Terry, usa gli stessi parastinchi da anni: addirittura fin da quando era bambino. Prima di qualsiasi partita Roman Burki, ex portiere del Borussia Dortmund, accarezza il pallone con i guanti: se necessario non si fa problemi a sottrarlo all’arbitro o al bambino che l’ha portato in campo.
Ci sono poi i riti dei giocatori del Brighton, rivelati nella loro intervista a Betway Insider. Il più particolare è senza dubbio quello del portiere Robert Sanchez, che entra in campo sempre da sinistra. Poi un bacio al palo sinistro, da sfiorare prima con le mani e poi con le gambe. Infine, un tocco alla traversa e per finire un bacio al palo destro.