Verso i primi giorni d’ottobre a Larino, fervono i preparativi, per la grande Fiera, la Città si veste con i colori della grande esposizione, festa cittadina, un evento che richiama nella città, appollaiata su uno sperone, che supera notevolmente i 400 metri sul livello del mare e Fondata verso VIII secolo avanti Cristo, dal popolo Etrusco, in viaggio verso l’assetata Puglia.
Non è facile dimostrare l’identità dell’antica Frenter è più facile asserire, che Larino ha origini Romane, antico Municipium come attesta anche Cicerone nella Cluenziana.
La città di Larino antica Ladinod, aveva una propria zecca e forse la più attiva della Federazione Sannita, inizialmente Larina, cambiò nome nel XIX con l’attuale Larino.
In epoca longobarda Larino divenne Capoluogo di una delle trentaquattro Contee nelle quali fu suddiviso il Ducato di Benevento, il nucleo primario della città sorgeva su di un colle poi abbandonato dalla popolazione a causa delle continue scorribande saracene, verso la prima metà del XIV sec. quando giunse nel reame Corrado Lupo che rase al suolo numerosi paesi del Molise e delle Puglie, sorte alla quale non scampò neppure Larino.
Un esodo secolare decimò la popolazione di Larino sino a quando verso valle nel 1319 non fu edificata la bellissima Cattedrale Gotica, intitolata a San Pardo e nel 1320, ne fu depositato il corpo, (oggi invece la chiesa è dedicata a Santa Maria Assunta e San Pardo).
Diverse le famiglie aristocratiche, le più conosciute: gli Orsini, i Pappacode, i Carafa, i Di Sangro, i quali furono gli ultimi reggenti, del feudo all’epoca sino alla cancellazione dell’antica feudalità.
Una città Larino, ricca di storia, di notizie, di eventi, non ultima la fiera di Ottobre, che quest’anno ha raggiunto al suo attivo ben 173 anni di costante continuità.
Dove gli strumenti per l’agricoltura fanno da padroni, negli stand allestiti ordinatamente e dove trovano posto elementi primari per la casa, senza dimenticare i frutti della terra trasformati in marmellate, oli e formaggi, che stuzzicano l’appetito di tutti i visitatori.
Anna Sciacovelli