Numerose sono le aziende italiane che negli ultimi anni, hanno deciso di espandere il proprio business all’estero, in modo da poter veder crescere la propria azienda.
Crescita che purtroppo nel nostro paese spesso viene soffocata per via della lenta burocrazia o di una tassazione elevata.
Tra le mete maggiormente gettonate, vi è l’Austria: posizionata tra i primi posti in Europa per potere d’acquisto, con una solida stabilità sociale ed una minore tassazione, risulta la meta ideale per chi non vuole allontanarsi troppo dal Bel Paese.
Vantaggi economici e fiscali
Nello specifico sono le aziende italiane collocate nel nordest dell’Italia, che maggiormente scelgono di ampliare la propria attività puntando sull’Austria, in quanto agevolate sia dal punto di vista della vicinanza fisica che dalle ottime garanzie a livello di regime fiscale, che dalla burocrazia austriaca meno severa rispetto a quella italiana.
Decidere di aprire società in austria, ad oggi è possibile anche grazie ad accordi internazionali con diversi paesi, è vantaggioso poiché l’aliquota dedicata alle persone giuridiche è del 25%.
Vi è un ulteriore vantaggio per quanto riguarda la cosiddetta “tassazione di gruppo” che prevede una sola base imponibile per le diverse società di un solo gruppo.
Ciò comporta un facile gioco compensativo tra utili e perdite: in genere, la quota partecipativa ad un gruppo è del 50% ed una azione.
Recenti studi in merito hanno calcolato che la pressione fiscale in Austria è solo del 22,5%.
La questione burocratica
Inoltre, non bisogna dimenticare che vi è un apposito iter burocratico da seguire.
Nello specifico, se si ha residenza austriaca già da 5 anni, i documenti dovranno essere procurati in loco, in caso contrario bisognerà rivolgersi ad appositi uffici presenti sul territorio italiano.
Una volta ottenuti tutti i documenti necessari, per essere validi ed inviarli alla camera di commercio austriaca, essi non dovranno essere più vecchi di tre mesi.
I documenti scritti in italiano, prima di essere presentati, dovranno esser tradotti in tedesco da un traduttore legale che si può richiedere sul sito dell’ambasciata di Vienna.
I veri e propri documenti da presentare sono:
- casellario giudiziario,
- certificato di residenza,
- certificato di solvibilità,
- passaporto.
I costi di apertura di una società in Austria sono compresi tra i 2.500 e 3.500 euro considerati comprensivi dell’atto, il notaio, la traduzione e la registrazione.
Le normative fiscali che vigono in Austria sono regolamentate dalla “Körperschaftsteuer” una tassa che colpisce tutte le società che hanno deciso di investire in questo paese. Sono soggette a particolari normative tributarie tutte le società sia residenti, sia non residenti che percepiscono un reddito in questo paese.
Rispetto ai classici paradisi fiscali, dei quali sentiamo spesso parlare, sviluppare il proprio business in Austria è un investimento intelligente grazie al mercato fiorente ed alle ottime strutture pubbliche che non prevedono alcun intoppo burocratico.
L’efficienza delle strutture pubbliche può far propendere verso una simile delocalizzazione, dato che non si incorrerebbe in utili stop dovuti alla burocrazia che, per chi possiede un’attività commerciale potrebbero causarne l’arresto.
Scongiurati pericoli del genere, l’Austria grazie anche ai suddetti carichi fiscali e alle esenzioni di imposta, diviene una scelta interessante, intrigante e da prendere davvero in considerazione se si è davvero intenzionati ad un’operazione del genere.