Il poter interscambiare le culture attraverso il cibo in un’occasione di festa ci rende partecipi a una divulgazione italianizzata e solidale. Dalle cucine ruspanti esaltati dal sapore della terra a cucine orientali e cibi insaccati e rinsaccati si ottengono dei sapori miscellanei per realizzare un vero menù etnico che varia con la fantasia di piatti bianchi, piatti colorati e piatti salati, scuri e zuccherati. La scelta di portare in tavola un Natale Internazionale è dedicato a chi è alla ricerca di nuovi legami e profumi, tradizioni, conoscenze alimentari ed è un’amante della diversità. Gli altri paesi come esempio ci portano non solo menù simpatici ma anche sorprese. Si potrebbe partire con un’iniziativa inglese chiamata il Christmas Craskers che non si tratta di cracker o salatini di quelli italiani che conosciamo sotto questo nome ma di confezioni incartate come grosse caramellone e che contengono dei coriandoli che si fanno esplodere all’inizio della cena. Proseguendo andiamo in Messico, dove solletichiamo il nostro palato con un antipasto a base di insalatone con noci, barbabietola e frutta, tacchino ripieno di olive o salsa di mirtilli, frittelle alla cannella per finire alle Filippine con un piatto tipico puto bumbong, piatto di riso colorato servito in un tronco di bamboo e saporito con cocco e zucchero di canna. Poi puntiamo sugli Stati Uniti che ci regala il prosciutto con l’Ananas e al Portogallo con Bacalhau. Aggiungiamo la zucca al gratin con raita indiana e ravioli cinesi, frittella polacca con asparagi mimosa e aragostine al Pompelmo, scones al salmone, andando poi verso il Brasile con l’acarajè, un tortino di fagioli, cipolle, gamberi e anacardi e la moqueca. Continuiamo con bavette al prezzemolo, bucatini alla menta, poi con la Spagna che ci offre La escudella, un brodo di patate, cavolo, carne di manzo, maiale, gallina, agnello, lardo e salsiccia fino ad arrivare alla Filandia, Danimarca e Germania che si intrecciano e si confrontano il Natale con un solito piatto che è l’ arrosto di maiale accompagnato da insalate, patate, legumi e vino caldo. In più la Danimarca propone un gioco che consiste nel trovare all’interno del riso di latte una mandorla: il fortunato avrà un maialino fatto di mandorla. La Polonia invece si estranea alla carne e si consola con zuppa di barbabietola con Babka che sarebbe il pane dolce e che può essere sostituito con il Christopsomo, un tipico pane speziato greco. Aggiungendo poi: pasta al pesto e lasagne alle verdure con contorno di peperoni ripieni. Ma a fare compagnia alla Polonia abbiamo la Lituania che non solo non mangia la carne in occasione di festa come il Natale ma mette all’angolo il latte facendosi spazio su legumi e verdure, molto amate le verdure sotto aceto e la buona tradizione vuole che si conservi l’abitudine di non alzarsi da tavola prima e se non tutti hanno finito di consumare il cibo.
Dopo il primo step, passiamo al secondo step quello dei dolci che piace a piccoli e bambini. Partirei con le Filippine con un dessert di budino al kalamay, fatto con riso, burro d’arachidi, zucchero di canna e latte di cocco, i dolci della Danimarca con salsa di amarena riz à l’amande, poi la Francia con le montagne dei bignè, pere al cioccolato, tronchetto di Natale, pandoro e lunghe bevute con i tedeschi accompagnati con Strudel, i Krapfen, la Torta Foresta Nera e gli Stollen e brandy alle prugne della Romania.
Tra ghirlande e spiedini di frutta Vi auguro un Buon Natale!
Rosa Santoro