Un incontro al bar, uno sguardo veloce, un saluto a mezza voce, Poi con il suo tono suadente “Vi posso offrire qualcosa?” Mentre la sua granitica mano stringe la mia, un’unica risposta in due: “Gentilissimo, no grazie”, con la sua voce calda, un’esortazione, ”Allora andiamo, si parte verso una nota azienda di marmi, alla ricerca di un pezzo candido e pregiato”. Avevo captato, la sua sicurezza dalla stretta di mano, nato a Castel Frentano nel 1962, “attualmente vive a Lanciano”, sin da bambino ha iniziato a giocare con rimasugli di marmo, nella bottega del padre, a undici anni si è innamorato della pietra, bronzo, legno e marmo, Molte sue sculture hanno trovato spazio in posti prestigiosi come “l’Emigrante, “ Papa Francesco incontra Papa Celestino V”, e la statua del “Magistrato Mario Amato” ucciso dai “Nuclei Armati Rivoluzionari” nel 1980. Dopo circa tre quarti d’ora di macchina, arriviamo in un ampio appezzamento di terreno, dove sono depositate migliaia, di pezzi di marmo di Carrara, bianco, grigio, nero, di qualità pregiato, con venature ogivali o striature filiformi, da semi profana, mi sono soffermata vicino a un capannone, dove all’interno avveniva il taglio del marmo.
L’occhio espertissimo dell’artista, Antonio Di Campli, di certo non nuovo, nella scelta della materia prima, si spinge nell’immensa distesa, dove stele di marmi di forme e volumi diversi, sono posti in fermo, ma in attesa di essere scelti e portati via dal primo artista acquirente.
Lungo i larghi viali, mastodontiche macchine, pronte sia per tagliare, che a sollevare e per sbozzare ogni forma, di marmo, di grande o di piccolo volume, mentre un filo continuo d’acqua, scendeva piano e silente per evitare l’attrito e lo scintillio del ferro contro il marmo, lo stridore assordava tutti.
Una ricerca non facile, ma la chiarezza dell’artista, con un appropriato linguaggio tecnico e il suo sincero e aperto sorriso, mi rassicuravano della sua capacità di scelta, il suo dire e discutere sulla qualità del marmo, era al massimo, presentava verbalmente e con cognizione di causa, la personale maestria, della padronanza di una perfetta idea nella scelta. Il rientro nel suo laboratorio casa, per cercare un pezzo pregiato di marmo adatto al bisogno, un’opera che sarà realizzata da una sua collega, l’artista scultrice Valeria Vitulli.
Li seguo nel loro dialogo, senza parlare, assorbo le loro parole come una spugna, nei diversi passaggi del dialogo che affronta, emerge la sua creatività, la sicurezza nella scelta del marmo, l’ elaborazione mentale dell’ improbo lavoro da svolgere, per la realizzazione dell’opera.
I nostri passi si dirigono verso il suo studio personale, “casa-laboratorio-bottega”, schegge d’arte di legno, di pietra, mostrano i suoi momenti di creatività emozionali, che si presentano con armonia di forme, donne dai lineamenti perfetti e nel contempo volti eccezionali di dive famosissime e non.
Nel breve percorso, che mi avvicina dal cancello allo studio, un tragitto di pietre emozionali, che urlano agli astanti la pura creatività di Antonio Di Campli, ma nel frattempo, il coraggio di provare a far parlare la pietra o il marmo, linguaggio silente ma, presente in ogni sua forma, un dialogo d’amore tra uomo e forma. Vi confido un segreto dice: “Sono attratto dalla figura femminile misteriosa magica e sensibile. Nel tempo il suo corpo, assume linee e forme rigide, di rigorosa geometria”. Molto facile, lavorare l’arenaria e l’alabastro, non sorprende l’ardesia, il marmo morbido, serpentina e steatite, mentre ci vuole più forza per il porfido, il granito, l’ossidiana e il basalto.
Per intagliare la pietra, gli antichi artisti, utilizzavano scalpelli d’acciaio, oggi si usano quelli a punta speciale. La tempra dell’acciaio si ottiene portando il metallo di mille C., a questa temperatura l’acciaio, diventa durissimo e rosso ciliegia, occorre quindi immergerlo nell’acqua fredda, per mantenere la tempra. In seguito gli scalpelli devono essere ammorbiditi, tramite ricottura, per ottenere la tempra adatta al tipo di pietra o di marmo da lavorare. Il nostro artista è molto bravo in tutto questo lavorio, che riguarda il marmo o la pietra. Taglio del marmo, la parola “marmo” deriva dal greco “Marmaron” significa pietra splendente, roccia metamorfica pregiata, molto apprezzata, per la sua duttilità versatile, è un materiale adatto, anche per impreziosire anche molti ambienti di
una casa sia antica sia moderna.
Anna Sciacovelli