Una città Etrusca nel cuore dell’Italia, città nata sulla roccia tufacea, antico e importante centro Romano, più volte conquistata e perduta dai Goti e Bizantini, abbellita dai Longobardi, resa immortale dai Papi.
Uno dei più affascinanti borghi dell’Italia centrale. Il ricco patrimonio di opere d’arte e di costruzioni storiche, è un motivo più che sufficiente, per ammirare una città sospesa su di un’alta rupe tufacea in posizione dominante. Il duomo è il monumento più significativo, difatti rappresenta un perfetto esempio di transizione, fra lo stile romanico e il gotico, la sua ardita facciata è fra le più belle e colorate, di tutto il gotico italiano, con una straordinaria ricchezza di decorazioni, sculture, marmi e mosaici.
La passeggiata nel quartiere vecchio dura circa un’ora buona, da non perdere di vista,, il duecentesco Palazzo del Popolo, il maestoso edificio in tufo dal quale in tempo di guerre il Palazzo Comunale, che fa bella mostra di sé al centro della città.
Il duomo della città di Orvieto, monumento insuperabile, che tutte le grandi città sarebbero orgogliose di possedere, un’opera unica al mondo, che giganteggia sulla città.
Lo splendido rosone centrale opera di Andrea Orcagna, la bellezza dei bellissimi rilievi marmorei dei quattro pilastri della base, che illustrano le “Storie del Vecchio e del Nuovo testamento”, seduta sulla gradinata di un palazzo di fronte, godo lo splendido spettacolo del Duomo, lascio scivolare il mio sguardo per ogni dove e mi accorgo di sorridere, pensando all’improbo lavoro degli scalpellini di quel tempo.
La prima pietra della Cattedrale, fu benedetta da Papa Nicolò IV, il 13 novembre del 1290.
Non può mancare, una visita all’eccezionale opera idraulica del Pozzo di San Patrizio, scavato per ordine del Papa Clemente VII Medici, rifugiatosi ad Orvieto, dopo il sacco di Roma, il pozzo profondo 62 metri, una discesa interminabile, due scale che si avvolgono a spirale una per scendere, l’altra per salire, illuminate da ben 72 finestre, che danno luce alle due scalinate, questo pozzo in caso di assedio, doveva rifornire d’acqua la città di Orvieto.
Dopo questa bella sfacchinata, una cena leggera e di corsa a nanna, per smaltire la stanchezza dopo la risalita dal profondo pozzo.
Anna Sciacovelli