All’Istituto Nazionale dei Tumori (INT) di Milano, la gestione dei melanomi cutanei rappresenta una delle aree di eccellenza, grazie a una casistica tra le più alte in Italia e in Europa.
Ogni anno, oltre 1.000 nuove diagnosi afferiscono all’Istituto, a fronte di circa 15.000 casi su scala nazionale. È in questo contesto di elevata specializzazione che si inserisce l’utilizzo della microscopia laser confocale, un esame diagnostico non invasivo attivo in INT già da quattro anni, ma ancora poco conosciuto anche tra gli addetti ai lavori.
Questa tecnologia consente di esaminare i tessuti cutanei a livello cellulare, in tempo reale e senza la necessità di incisioni, rappresentando un’alternativa alla biopsia chirurgica in molti casi.
“Si tratta di una sorta di biopsia virtuale – spiega il dottor Giuseppe Spadola, specialista in Dermatologia e Venereologia presso la Divisione di Chirurgia del Melanoma, Irccs – Fondazione Istituto Nazionale dei Tumori – che consente di leggere l’architettura dei tessuti e le cellule direttamente sulla cute, senza dolore né anestesia, semplicemente appoggiando una sonda”.
DIAGNOSI PIÙ PRECISA, CHIRURGIA PIÙ CONSERVATIVA
L’esame si rivolge a pazienti con lesioni melanocitarie atipiche, particolarmente complesse da valutare visivamente, soprattutto in aree delicate come il volto. Oltre ad aiutare a evitare l’asportazione inutile di nei benigni, permette una valutazione precisa dei margini delle lesioni da operare, guidando l’intervento verso le aree più informative per l’anatomopatologo e consentendo una chirurgia più conservativa. La microscopia confocale è disponibile per i medici dermatologi e chirurghi attraverso una richiesta di valutazione di secondo livello. Le principali indicazioni includono nei pediatrici, nei del volto difficili da interpretare e lesioni in pazienti a rischio come trapiantati o persone in terapia immunosoppressiva.
EVITARE INTERVENTI INUTILI PER PROTEGGERE I PAZIENTI
Oltre all’attività chirurgica e diagnostica, la Divisione di Chirurgia del Melanoma dell’INT svolge anche un ruolo chiave nella prevenzione e nella formazione, gestendo un’elevata mole di visite annuali e promuovendo campagne di sensibilizzazione sul melanoma, una patologia la cui incidenza è in aumento, ma la cui prognosi può essere eccellente se la diagnosi è precoce. Il dottor Spadola sottolinea come questo approccio vada comunicato soprattutto alla comunità medica:
“Il nostro obiettivo è raggiungere i colleghi sul territorio, affinché possano avvalersi di uno strumento utile per migliorare l’accuratezza diagnostica e risparmiare al paziente interventi inutili e potenzialmente dannosi”.