Un invito ricevuto il mese di aprile dello scorso anno, per una visita veloce in quel di Grado, la mia incertezza e tentennamento, una promessa al volo “ci vediamo l’anno prossimo”. La stagione invernale ancora in atto, non mi rallegrava molto, questo viaggio fuori porta in inverno, ma non potevo più rimandarlo impegni diversi premevano e i giorni scorrevano, come grani di una corona di rosario.
Decisione presa domani s’inizia il viaggio si parte domani Bari Roma, in bus Roma Grado, in treno, la seconda tappa non mi è sembrata, mentre iniziavo a leggere il libro dal titolo “Il diavolo nella cattedrale”di Frank Schatzing, a dire il vero ero così presa nella lettura del romanzo che non mi sono accorta del nostro arrivo nella città di Grado.
Dopo aver salutato amici e parenti, decisero di visitare in primis la Basilica di Piazza Vittoria, (prima della metà del V sec.). Costruita sulle antiche fondazioni di edifici romani, ne sono rimaste le fondamenta e una parte dell’antico pavimento a mosaico.
Verso la fine del V sec. dovette servire da cimitero, a giudicare dalle varie tombe di tipo diverse, che sono state trovate. Di fronte, sorgeva un battistero di forma ottagonale (fine del V sec.). E’ stato restaurato con alcune varianti molto importanti con l’eliminazione dei gradoni interni del ( IX sec.).
Durante i restauri sono riapparsi il vecchio pavimento a mosaico del (VI sec.) l’altarino collocato in un abside di fronte all’ingresso e il fonte battesimale, esagonale, rivestito di marmo verde.
Nel lapidario vi sono raccolti sarcofaghi romani e paleocristiani,frammenti di sculture frutto di ricerche archeologiche della zona.
Il giorno dopo con curiosità abbiamo visitato la famosa Basilica di Sant’Eufemia, questa Basilica consacrata nel 579, fu costruita dal famoso vescovo Elia, sul perimetro di una Basilica precedente di cui si conservano alcune tracce.
Era preceduta da un quadriportico che fu poi trasformato in nartece, demolito nel secolo scorso, il cui interno è a tre navate con colonne di marmi rari in parte africani con bellissimi capitelli, tranne alcuni male adattati di origini romana.
Le celle sono tipiche nelle chiese siriache e africane. Un esteso pavimento tutto a mosaico con motivi geometrici e iscrizioni, che ricordano, tra l’altro, la fondazione della chiesa e citano il precedente, mosaico, anche in alcuni locali del complesso. Il coro, in fondo alla navata centrale, è recinto da plutei (V e VI sec.), riadattati. Molto importante è l’ambone e il ricco tesoro. Poi ci siamo recati e visitato Santa Maria delle Grazie (IV e V sec.) Piccola Basilica trasformata nel(VI sec.) e rimaneggiata in epoca barocca, è stata recentemente restaurata nelle sue antiche forme primitive.
All’interno l’iconostasi è ricostruita con pezzi trovati in loco. Nella navata a destra, resti del mosaico del pavimento della primaria chiesa, di cui è rimasta scoperta anche l’abside centrale.
Ho vissuto d’arte antica, ubriaca di aria pura in questi tre giorni di vacanza, in quel di Grado, ne sono felice.
Anna Sciacovelli