Radioterapia sempre più efficace e accessibile. È quanto emerge dagli studi presentati a Vienna al Congresso Europeo di Radioterapia Oncologica (ESTRO, Vienna dal 2 al 6 maggio) che ha visto riuniti i maggiori esperti della disciplina.
Due importanti studi clinici a lungo termine, HYPO-RT-PC e FAST-Forward, riguardanti rispettivamente le neoplasie della prostata e della mammella, dimostrano che ridurre la durata del trattamento radioterapico non compromette i risultati clinici e migliora sensibilmente la qualità di vita dei pazienti.
“I risultati emersi rappresentano un potenziale cambio di paradigma nel trattamento di alcuni tumori grazie alla radioterapia. Il regime ridotto, più breve e ben tollerato, si configura come una nuova opzione terapeutica, con benefici clinici e organizzativi per pazienti, caregiver e sistemi sanitari. Questi studi – spiega Marco Krengli, Presidente A.I.R.O (Associazione Italiana di Radioterapia e Oncologia Clinica – cambiano la pratica clinica verso trattamenti più brevi, efficaci e sostenibili. Le implicazioni sono rilevanti, non solo per la salute dei pazienti, che possono tornare più rapidamente alla vita quotidiana, ma anche per il sistema sanitario, grazie alla riduzione dei costi e all’ottimizzazione delle risorse.
La radioterapia si conferma così una strategia curativa solida e in continua evoluzione, capace di rispondere con efficacia alle esigenze cliniche e umane dei pazienti”.
2,5 SETTIMANE EQUIVALENTI A 8 SETTIMANE DI RADIOTERAPIA NEL CANCRO PROSTATICO
Nel caso del tumore della prostata, lo studio HYPO-RT-PC ha coinvolto oltre 1.200 uomini con malattia a rischio intermedio e alto. I dati, raccolti su un follow-up di 10 anni, mostrano che una radioterapia curativa somministrata in sole 2,5 settimane è altrettanto efficace, in termini di controllo del tumore e tossicità, rispetto al trattamento standard di 8 settimane.
5 SEDUTE VS 15 NEL TUMORE MAMMARIO: STESSI RISULTATI DOPO 10 ANNI
Anche per le pazienti con carcinoma mammario, lo studio FAST-Forward ha evidenziato risultati sovrapponibili tra la radioterapia effettuata in 5 giorni e quella, oggi considerata convenzionale, in 15 sedute: dopo 10 anni non si registrano differenze significative in termini di recidive, sopravvivenza o effetti collaterali.
DOSE RIDOTTA DI RADIOTERAPIA, MIGLIORANO EFFETTI COLLATERALI
Per la prima volta in oltre 25 anni, un altro studio pubblicato sulla rivista The Lancet Oncology[1] (PLATO-ACT4), mette in discussione lo standard di dose nella radio-chemioterapia del tumore anale in stadio iniziale. I dati, suggeriscono che una radioterapia a intensità modulata e dose ridotta può offrire tassi di controllo loco-regionale e comparabili – e in alcuni casi superiori – a quelli del trattamento standard, ma con minori effetti collaterali a lungo termine e migliore recupero delle funzioni alterate dalla radioterapia.