“Aspettando PresaDiretta” di domenica 12 ottobre è dedicata
all’allarme crack nel nostro Paese, mentre a seguire con “Presa
diretta” si gira pagina in uno spettacolare racconto sulle minacce
alla salute del nostro pianeta
PresaDiretta racconta l’aumento delle temperature e della concentrazione di
gas metano in atmosfera a causa dello scioglimento del permafrost,
l’accelerazione dello scioglimento dei ghiacciai e le specie animali e vegetali a
rischio estinzione. Un viaggio dalle Svalbard alle Alpi, dalle profondità marine
alle vette montane, per mostrare le spie di quella che molti scienziati
definiscono la “sesta estinzione di massa”.
Una delle tappe del racconto di presa diretta è ad Ischia, ai piedi dell’imponente Castello Aragonese. Qui i ricercatori della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli hanno allestito una base scientifica unica nel suo genere, da cui studiano uno degli effetti più inquietanti della crisi climatica: l’acidificazione degli oceani.
Sotto questo tratto del Mediterraneo, infatti, la lenta spinta della placca africana verso l’Europa piega la terra come una lamiera in una fornace, aprendo crepe sul fondale che rilasciano costantemente bolle di anidride carbonica. Questi camini sottomarini provocano un massiccio accumulo di CO₂ nei mari, il risultato è acqua sempre più acida. I fondali di Ischia diventano così una finestra sul futuro: un laboratorio naturale dove è già possibile osservare gli effetti che l’acidificazione avrà sugli ecosistemi marini nei prossimi 100 anni, se non invertiamo la rotta.
Valerio Zupo (Primo ricercatore della stazione zoologica Anton Dohrn. Professore di Gestione delle risorse marine presso l’Università Federico Ii di Napoli. Presidente della Società internazionale per la riproduzione e Sviluppo degli invertebrati): “Qui abbiamo una simulazione di quello che potrà accadere ai mari nell’anno 2100. È una sorta di macchina del tempo da laboratorio che ci permette di fare degli studi e delle previsioni di quello che potranno essere i mari del futuro.”
Ogni anno gli oceani inghiottono circa 2 miliardi e mezzo di tonnellate di carbonio. Un processo che sta facendo precipitare il loro PH. Dall’800 quello superficiale è già crollato da 8,2 a 8,1. Uno 0,1 che rende il mare di oggi già il 25% più acido di un secolo fa. Una pressione enorme, quasi insostenibile, sulla biodiversità marina.
Una corrosione non stop. Secondo le rilevazioni fatte dalla Anton Dohrn ben un terzo delle specie che prosperano lontano dai camini di gas non compare affatto nella zona delle bolle.
Per questi organismi non ci sono più condizioni adatte a sopravvivere.
Valerio Zupo: “Sono preoccupato per le future generazioni, perché non è un cambiamento
che avverrà in qualche. Stiamo parlando di un centinaio di anni.”
Ma non è tutto. Alla stazione Anton Dohrn di Ischia c’è un laboratorio dove si studiano anche gli organismi che sfuggono allo sguardo. Il team di ricercatori guidato da Valerio Zupo ha dimostrato che la diatomee, delle microalghe, producono dei composti che a loro volta causano morte programmata cellulare.
Valerio Zupo: “Abbiamo somministrato sperimentalmente questi estratti di diatomee a cellule cancerogene umane e muoiono molto rapidamente.”
Il nostro mare custodisce insomma una biodiversità straordinaria e un patrimonio di informazioni ancora in gran parte inesplorato — un potenziale che rischiamo di perdere prima ancora di averlo davvero scoperto e studiato.
TERRA ULTIMA CHIAMATA è un racconto di Riccardo Iacona e Maria Cristina de Ritis con Liza Boschin, Antonella Bottini, Luigi Mastropaolo, Irene Sicurella, Elena Stramentinoli, Emilia Zazza, Eugenio Catalani, Fabio Colazzo, Fabrizio Lazzaretti, Paolo Martino, Massimiliano Torchia.