Il Teatro barese piange la dipartita dell’attore, Mario Mancini, un grande attore, che recitava in lingua barese lasciando un segno indelebile sulla scena, con la sua mimica particolare e il suo valido apporto nel teatro barese.
Ultimo di dieci figli, nato nella città vecchia nei pressi di piazza Chiurlia e precisamente in via Roberto il guiscardo al numero 17 da Nicola e Viola Antonia, ha respirato la polvere del palcoscenico, sin dalla tenera età, di sette anni, in un personaggio dell’opera “dell’Aida”.
A diciassette anni, si iscrive al corso di tecnica teatrale alla “Casa del Soldato”, nella “Compagnia Bottega delle Arti”. Nel 1949, il suo esordio nella commedia “Il Profumo di mia moglie” di Leo Lenz.
All’età di ventiquattro anni si presenta alla nota “Accademia di Silvio d’Amico” di Roma e convince la commissione composta: da Silvio d’Amico, Edda Ciano, Vittorio Gassman, presentando la scena, della lucertola da un lavoro di Luigi Pirandello, seguita da una lettura interpretativa “Gli Spettri”.
Al suo rientro a Bari, iniziò a recitare interpretando diversi ruoli e tanti personaggi, si distinse nei “I Carabinieri” dell’autore siciliano Beniamino joppolo nel Teatro Piccinni nel marzo del 1973.
Dell’autore Vito Maurogiovanni, ha recitato nel 1974 nella commedia “Iarche Vasce” , con Nietta Tempesta, Nicola Tobasco ed altri attori immergendosi nella vera baresità, con la Compagnia del “Piccolo Teatro”.
Ultima sua fatica, nel 2006 con “Storie e Patorie” di Vito Signorile
Buon viaggio Mario Mancini Attore e Amico del popolo barese.
Anna Sciacovelli