L’abrogazione del reato d’abuso d’ufficio è contro la Costituzione. Lo sostiene la Procura di Reggio Emilia che, nel corso di una recente udienza del processo “Angeli e demoni” sugli affidi di minori in val d’Enza, ha depositato un atto che chiede alla Corte costituzionale di esprimersi sul decreto del Governo che ha eliminato il reato, in vigore dal luglio scorso. La firma sul documento è del sostituto procuratore Valentina Salvi, che in primo luogo domanda ai giudici di valutare se l’abrogazione del reato è rilevante nel processo che si sta celebrando.
La risposta sembra però scontata. Del reato che ora non è più tale dovevano infatti rispondere alcuni imputati eccellenti- tra i 17 totali- del processo, come il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti o l’ex capo dei servizi sociali dell’Unione dei Comuni della Val d’Enza Federica Anghinolfi. Ma anche il braccio destro di quest’ultima Francesco Monopoli e alcune mamme affidatarie. Per queste posizioni i difensori, forti della depenalizzazione, avranno gioco facile a chiedere il non luogo a procedere e la Procura reggiana, guidata da Calogero Gaetano Paci, punta dunque a scongiurare questo scenario. I giudici del tribunale di Reggio, comunque, dovrebbero pronunciarsi a stretto giro, probabilmente già nella prossima udienza.
Fonte Agenzia Dire