Un dramma ideato e scritto dalla scrittrice, Avvocata Iolanda Roberta Positano.
Il Comune di Toritto, in Collaborazione con il Presidente dell’Associazione Movimento Internazionale Donne e Poesia, Prof.ssa Anna Santoloquido, ha realizzato uno spettacolo, sulla violenza sulle donne.
Lo spettacolo è stato rappresentato, presso il piccolo Teatro San Giuseppe, di Toritto, il giorno 22 novembre u.s.
Attori: Giudice, Matilde Tanzi, il PM, Alessandra Milella, Avvocata Marcella Piccininni, parte offesa Antonietta Turturro.
Musiche e immagini, Maestro Michele Agostinelli. Sono inetervenuti: il Sindaco di Toritto, Dott. Giambattista Fasano, l’Assessora al Comune di Toritto, l’Avvocata Giuseppina Cavetti, la Dottoressa Giuseppina Perosce, Educatrice del Centro Antiviolenza Li A.
Spesso, la giustizia è molto lenta nel condannare un colpevole di violenza sulle donne. La nostra fragilità ci rende schiave dell’assurda violenza perpetrata dagli uomini sulle donne.
La vicenda si svolge in un‘aula del tribunale, avvocati e giudici, che di fronte a un femminicidio, incerti e perplessi si domandano perché?
La donna racconta al giudice, il dramma che vive tutti i giorni, il calvario silenzioso, della propria vita isolata da tutti, ma nello stesso tempo, svolgendo il proprio lavoro nella scuola e nella casa, nell’accudire ai figli, che non si accorgono della tragedia, che si sta tramanda alle loro spalle, nell’ambito della casa stessa dove vive l’intera famiglia. La donna, denuncia il proprio marito, e dopo molto tempo, ha inizio il processo.
Interrogata in tribunale, racconta quasi piangendo, il proprio vissuto, accanto ad un uomo spregevole e autoritario, che a ogni piè sospinto, la mortifica deridendola molto spesso, anche alla presenza dei figli, che lui non l’apprezza più, non la desidera più, e lei può amare chicchessia, anzi se lo desidera, può andarsene di casa, se vuole più libertà, lasciando a lui il maneggio del suo stipendio, perché lei è una persona incapace di gestirsi da sola.
Non contento di tutto questo, l’uomo, tortura la propria moglie, con sottile violenza, deridendone la personale fragilità, mostrando invece, la propria forza, sia nelle azioni, che nel linguaggio forbito, con superiorità e arroganza.
Un giorno, al suo rientro dal lavoro, la donna scopre il marito, sbirciare nel bagno di casa, mentre la figlia, sta facendo la doccia, l’uomo scoperto in flagranza, s’irretisce di più e sfoga la propria libidine violenta sulla donna, non solo la copre di male parole, la schiaffeggia malamente, con pugni sul naso causandole, una copiosa fuoruscita di sangue, procurandole un’epistassi nasale, il tutto accompagnato da pugni e calci sull’intero corpo, tutto questo, per essere stato scoperto a spiare la figlia. Il tutto è raccontato dalla donna al giudice in tribunale, la difesa prende la parola, accusando la donna di una tresca con un suo collega nell’ambito del lavoro, quindi da questo episodio la giusta reazione del marito.
Nel racconto, le lacrime della donna solcano le guance bagnandone il volto emaciato, ma restano in bilico quasi sospese, quando il giudice pur accogliendo le dichiarazioni della donna, non condanna l’uomo assente al processo.
Passano diverse ore, prima che il giudice rientra per emettere la sentenza. Il messo avvisa: “Signori, entra La Corte”.
Prende la parola e il Giudice, dice: “Signori della corte, e spettatori tutti, in questo caso, La Corte decreta, che l’unica Colpevole in questo caso, è soltanto la Società”.
Presenti in Sala, alcune note figure del Foro Barese: Avv. Regina, Avv. Mongelli e lo scrittore Roberto Rubini, padre dell’attore Sergio Rubini.
Decisione applauditissima, da parte di tutti i presenti.
Anna Sciacovelli