Nel macrorganismo della vita, in continuo movimento ed evoluzione, perdiamo e ritroviamo gli amici artisti di vecchia data. Un attento osservatore percepisce prima degli altri, la valenza dell’intento descrittivo dell’artista, attraverso il visibile e l’invisibile che legge sulle e dalle tele.
A nulla valgono i nascondimenti mediatici, o i segreti del messaggio di un artista, stanno allo stesso tempo, nel saper aderire intimamente alla psicologia dell’uomo della strada, che, incapsulato assai spesso dal “quotidiano”, cerca un attimo di serenità nell’accostarsi all’arte e provare così un senso di totale libertà.
L’Artista Rachele Verroca, “VERA”, per gli amici, lascia sognare ad occhi aperti l’utente, ponendosi come ambasciatrice del pensiero artistico, nelle sue opere si legge, una misurata espressività e la costante ricerca interiore, che si muove su di un ampio ventaglio di temi diversi (fiori, ritratti, nature morte e donne), dalle quali, sembra dipanarsi un “canto liturgico” espresso attraverso pennellate ricche di tonalità, in una Stringata di forma/segno, sempre sostenuti con alternanza di colori diluiti col sentimento, al fine di rendere ciascun’opera, ricca di elementi emozionanti.
Di formazione autodidatta, nella sua vita, di artista ci sono oltre trent’anni di carriera, al suo attivo, molte importanti rassegne e manifestazioni d’Arte, Nazionali ed Estere, dove ha ottenuto molti riconoscimenti e premi, da parte della critica attiva, e dal pubblico.
Nel difficile campo, nel quale l’artista ha operato, senza pregiudizi, né allettanti compromessi, per mantenere inalterata la propria“coerenza morale”di donna artista, non sono pochi gli ostacoli, che una donna deve affrontare nel quotidiano, sì che la Nostra, immette sempre nelle sue opere nuovi palpiti di vita, e quel certo flusso-riflusso, che ispira la sua personale e autonoma ricerca introspettiva del dato formale.
Nelle sue opere si avverte la naturale propensione per la luce-ambiente, luce- atmosfera, luce-colore, poiché è proprio la “luce che sostiene” simbolicamente, con segno e colore, la struttura stessa di ciascun dipinto, che indipendentemente dal tema trattato, appare bloccata, con perfetto registro, non già da soliloqui, meditativi o espressioni emozionali, ma piuttosto su di un preciso e autonomo lessico comunicativo.
Per l’artista “Vera”, sarebbe subito da sentenziare è nel figurativo, tradizionale e piacevole, più attinente alla realtà della vita, poetica della natura e dell’essere, in Rachele Verroca, espressa con una freschezza di segno /scrittura e soprattutto con sorprendente chiarezza cromatica. Quasi che l’artista temesse nell’esecuzione, di rompere l’incanto a ogni passaggio di colore, che lascia chiaramente affiorare, la sua vena pittorica e la sorprendente capacità di trasfigurare la vera fonte ispirativa, a vantaggio di una corale rappresentazione.
Anna Sciacovelli