È in questi giorni in discussione al Parlamento una manovra economica per aiutare il settore sportivo. Vi spieghiamo cos’è e perché sarebbe negativa per il gambling.
È una crisi sotto gli occhi di tutti quella che sta colpendo il settore del gioco. Una crisi che avviene alla luce del giorno ma si fa finta di non vedere. Nulla è stato fatto, ad esempio, per impedire che si ponesse un nuovo aggravio attraverso la decisione di creare un Fondo Salva Sport finanziato con il prelievo dello 0,5% del totale della raccolta.
Una manovra che da un lato penalizza e non di poco il settore del gioco legale, soprattutto quello online, che sta facendo i conti con una ripresa difficile, dall’altro facilita e a tratti intensifica l’attività dei siti e degli operatori illegali, che adesso possono continuare, in assenza di oneri e di controlli, ad agire in maniera indisturbata. A lanciare l’allarme, in questo senso, è stato soprattutto Moreno Marasco, presidente di LOGiCO, al termine di un’intervista rilasciata per commentare la discussione, che sta avvenendo in questi giorni in Parlamento, sul Decreto Rilancio.
Stando alle bozze che stanno circolando, fino al dicembre del 2021 la quota della raccolta da scommesse su eventi sportivi di ogni genere sarà pari allo 0,5% del totale. E avverrà su tutti i canali, sia quelli tradizionali che quelli online. Dove finiranno questi soldi? Andranno a creare il Fondo Salva Sport, attivo fino al 31 luglio 2020, ideato per far fronte alla crisi economica dei vari soggetti che operano nel mondo sportivo. Si parla di 40 milioni per il 2020 e di addirittura 50 milioni per il prossimo biennio.
Una tassa assurda, l’ha definita ancora Moreno Marasco, soprattutto perché non colpisce gli incassi delle imprese ma la raccolta, che è un valore che comprende anche la cifra che gli operatori rendono ai giocatori sotto forma di vincite. Cosa vuol dire? Per spiegarlo il presidente di LOGiCO usa la metafora del bar: il cliente paga un caffè 10 euro, così il barista deve dare 9 euro di resto. La tassa ideata dallo Stato non è sull’euro effettivamente incassato, ovvero il costo reale del caffè, ma sui 10 euro presi dal cliente. Non si tiene conto, insomma, di quanto guadagnato e soprattutto di quanto torna ai clienti.
La speranza, nel settore del gambling, è che si possa salvare un decreto giusto, ovviamente, ma studiato male nella sua attuazione. Una manovra che dovrebbe aiutare un settore ma che finirebbe per penalizzarne un altro. Il gioco infatti sta vivendo mesi veramente difficili, come documentato da Gaming Report all’interno di una infografica di settore, e dopo il ritardo della riapertura fisica di molti esercizi ora deve fare i conti con una nuova, possibile, stangata.