Tra le tante iniziative prevista dal nuovo Governo giallo-verde, vi è anche una riforma del processo penale. Nei prossimi giorni, il Ministro Bonafede presenterà al Consiglio dei Ministri un disegno di legge delega contenente le proposte per modificare le disposizioni attualmente in vigore.
Gli obiettivi della riforma: velocizzare e snellire il processo penale
In generale, lo scopo della riforma sarà quello di rendere il processo penale più semplice e veloce, snellendo le procedure attraverso una serie di accorgimenti che riguarderanno vari aspetti processuali. Ad onor del vero, ad ogni cambio di legislatura si registra almeno un tentativo di riforma del procedimento penale ma nella maggior parte dei casi l’idea di snellire l’iter processuale non si è concretizzata. Ad ogni modo, la nuova proposta di riforma contiene alcune idee interessanti e verte su di una serie di punti fondamentali:
– affidamento al Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) il dovere di indicare i metodi e i criteri da applicare per l’individuazione dei reati ai quali dare priorità;
– introduzione di un limite massimo di tempo per lo svolgimento delle indagini preliminari, a seconda della tipologia di reato. Per quelli che prevedono solo una sanzione pecuniaria oppure una sanzione pecuniaria abbinata ad una pena detentiva della durata massima di tre anni, il limite di tempo per le indagini preliminari verrebbe fissato a sei mesi; per i reati di media gravità, il termine sarebbe di un anno e per quelli più gravi di un anno e sei mesi; in aggiunta, la riforma introdurrebbe la possibilità di prorogare le indagini per una sola volta;
– introduzione dell’obbligo, per il PM, di comunicare senza ritardo (sia all’indagato che alla persona offesa), l’avviso di avvenuta deposizione della documentazione inerente alle indagini espletate; eventuali ritardi nella notifica saranno tollerati solo per un limitato arco di tempo ed in relazione a provvedimenti inerenti crimini di mafia o terrorismo. Il mancato rispetto dei termini da parte del PM sarà considerato come ‘illecito disciplinare‘; ciò accadrà anche se il PM, una volta comunicato l’avviso ad ambo le parti in causa, non intraprenderà l’azione penale o l’archiviazione del caso entro un lasso di tempo pari a trenta giorni (ammesso che tale condotta sia imputabile a dolo a negligenza non scusabile);
– potenziamento della funzione di ‘filtro’ dell’udienza preliminare: in sostanza, la riforma prevede la possibilità di rinviare a giudizio solo se le prove presentate consentano l’accoglimento dell’accusa;
– introduzione dell’obbligo di notifica, attraverso la consegna all’avvocato difensore, delle comunicazioni (successive alla prima) dirette all’imputato, al fine di consentire anche a quest’ultimo di prendere conoscenza degli atti;
– riduzione degli ostacoli all’integrazione probatoria del rito abbreviato;
– ampliamento delle ipotesi di appello, solo nei casi di proscioglimento per reati che prevedano una sanzione pecuniaria o una pena sostitutiva con lavori di pubblica utilità.
Come di consueto, la proposta di riforma ha generato reazioni contrastanti. Per le Camere Penali, alcuni punti sono troppo generici mentre per il Consiglio Nazionale Forense i cambiamenti proposti, se implementati, potrebbero rivelarsi utili ed efficaci specie per rendere più snelle le fasi che precedono il dibattito.
Nel caso in cui la riforma dovesse concretizzarsi e le proposte del Governo entrassero in vigore, la fase di transizione verso la nuova situazione normativa potrebbe rivelarsi problematica. Per questo, in caso di necessità, è possibile rivolgersi ad avvocati specializzati per richiedere consulenza o assistenza, nell’ambito di procedimenti penali. Portali come avvocatoaccanto.com offrono la possibilità di usufruire di questi servizi anche online, mettendosi in contatto diretto con figure qualificate.
In tal senso va anche tenuto conto di quanto sia complesso ed articolato il diritto penale, che si occupa di quella categoria di reati che arrecano danno alla sfera personale dell’individuo.